Noi, Dan e José: con lo Spezia un'altra notte da romanisti
Un altro pieno d’amore per salutare i reduci di Budapest e conquistare sul campo il diritto a ritentare la scalata all’Europa League nella prossima stagione
Con questo senso opprimente di lutto che stringe ancora il petto, ma con la solita, infinita voglia di essere lì a testimoniare la propria fede, il popolo giallorosso si muove ancora, per l’ultima volta nella stagione, al fianco della sua squadra, impegnata in una partita che all’improvviso è ridiventata di fondamentale importanza contro lo Spezia (ore 21, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista). «Noi saremo sempre qua», ogni coro in fondo è un manifesto di vita, e ci saremo davvero, ci saremo tutti, anche i numerosi lettori del nostro giornale che ieri hanno dedicato del tempo a scrivere parole, che abbiamo deciso di riportare
integralmente in due pagine speciali, in qualche modo mossi dall’editoriale pubblicato ieri che prendeva spunto dalle parole turbate di Carlo Zampa a Radio Romanista.
Il nostro amico Carlo ha inteso spiegare meglio il senso del suo disagio e la sua lettera in prima pagina idealmente (ma anche fisicamente) si porta dietro tutte le altre considerazione degli amici o dei semplici lettori che hanno rivolto al Romanista il loro sfogo di tifosi in crisi. Leggeteli, leggeteci. E capirete, se non siete romanisti, che un popolo intero non è andato in crisi esistenziale per una sconfitta, ma per la fustrazione che può avere una mosca chiusa in un bicchiere.
Ma oggi la Roma già torna in campo, per l’ultima volta nella stagione. Non ci sarà José Mourinho in panchina e ancora una volta il pensiero ci fa male, figurarsi che cosa sarebbe non vederlo mai più con noi. Per fortuna non sarà così, insieme con i Friedkin sta condividendo il progetto da cui far ripartire la Roma e non è escluso che ci possono essere colpi di scena già a margine della partita di oggi. Molti tifosi intanto stanno chiedendo al presidente di esporsi pubblicamente al suo fianco o, almeno, privatamente. Se siamo scettici sulla prima ipotesi, siamo però convinti che Dan stia facendo tutto quello che c’è da fare per difendere il suo investimento e aiutare la Roma a vedersi riconosciuto ciò che a volte solo la trama di forze oscure sembra negare.
Sull’aereo che l’ha riportato a Roma, Friedkin ha ospitato anche il presidente della Federcalcio Gravina, oggetto anche lui, tra gli altri, delle nostre critiche sul giornale di ieri. Buono a sapersi. Si muova come deve il proprietario della Roma e lo faccia con lui anche la nuova Ceo, la signora Souloukou, senza chiedere vantaggi, ma magari pretendendo equanime trattamento per poter davvero immaginare di giocare in competizioni in cui tutti partano sulla stessa linea. Anche quelli più o meno simpatici agli arbitri. E se a volte si ha l’impressione che non sia così, prima di accusare di allucinazioni chi si lamenta, sarebbe il caso di verificare che davvero ogni comportamento di chi ha certe responsabilità sia specchiato. La storia insegna che in passato non sempre è stato così. A proposito: in questo senso la designazione di Maresca e Mazzoleni quali arbitro e Var per la partita di oggi non è sembrata la più ispirata.
Lo Spezia si gioca la permanenza in serie A, la Roma il diritto a partecipare ancora alla competizione che quattro giorni fa ha provato vanamente a vincere. Sarà una partita vera ed è assolutamente necessario che chi la dirige sia all’altezza del compito che lo aspetta. Poi, a stagione finita, si dovrà trovare il modo sia all’interno della Roma sia nel rapporto con le massime istituzioni italiane ed europee di ristabilire le regole di ingaggio. È indubbio, e su queste colonne lo abbiamo scritto, che il comportamento irascibile di alcuni dei componenti della panchina romanista non sia stato in linea con le regole minime del FairPlay, in questo senso lo stesso Mourinho che persegue la vittoria come unico fine di ogni competizione, dovrà rendersi conto che ogni perdita di lucidità può costare dei punti.
Prima di andare in vacanza (ma anche durante) l’allenatore dovrà invariabilmente porre le basi della Roma del futuro chiarendo sin da subito quali sono gli obiettivi.
Nessuno chiede a Friedkin o a Mourinho di dover cominciare la stagione con i favori del pronostico nelle competizioni a cui verrà iscritta la squadra, solo che ci sia chiarezza nei ruoli e nelle ambizioni. C’è ad esempio in carica un General Manager che ha indubbie qualità, ma che non è sempre stato apprezzato per il gran lavoro che ha svolto. E molte delle battute polemiche di Mourinho sono sembrate ispirate a Pinto. E questo stride con il rapporto personale che i due coltivano ogni giorno, per esempio pranzando quasi tutti i giorni insieme. E dunque andrà via o si proseguirà insieme? E servono altre figure? E quali? Prima si batta lo Spezia, poi bisognerà fare chiarezza su tutto.
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