Mourinho ha alzato l'asticella della Roma
Pur con una condizione da migliorare, i giallorossi hanno mostrato di avere già il loro equilibrio. Il campionato si preannuncia promettente
Non ha segnato alla prima palla toccata (sarebbe stata statisticamente la seconda, a dir la verità: la prima era stato un controllo a metà campo), sullo splendido assist di Zalewski al 47” di gioco ed è stato davvero un peccato (il suo sinistro basso a botta sicura è stato respinto fortunosamente da Devinson Sanchez in tuffo), ma Dybala ha messo comunque il suo timbro sulla bella Roma di Mourinho dopo 29 minuti di gioco, calciando in maniera perfetta il corner su cui Ibañez ha incornato il gol della vittoria romanista sul Tottenham, primo impegno top della stagione. La sfida è sembrata l’ideale continuazione della Conference League vinta dalla Roma: inizio arrembante dei giallorossi, pressioni altissime e grande dimostrazione di personalità, poi difesa a oltranza del vantaggio conseguito, con inevitabili tensioni nei contrasti e altrettanta personalità difensiva. In più c’è Dybala: che oggi è al 30% della condizione e che in ogni caso già così ogni volta che tocca la palla fa capire perché certi giocatori giustificano da soli tanta passione nella gente.
Contro il Tottenham, quarta forza della Premier League che proprio ieri ha vissuto il suo prodromo più spettacolare con il Community Shield vinto nettamente dal Liverpool sul City (Conte farà il suo esordio tra una settimana contro il Southampton), Mourinho ha voluto subito alzare l’asticella, schierando tutti e quattro i suoi assi in uno schieramento con Pellegrini in mediana accanto a Cristante (Matic ha cominciato in panchina), e con Zaniolo e Dybala sulla trequarti alle spalle di Abraham. Manca ancora qualcosa dal punto di vista della condizione, eppure la Roma, opposta ad un’avversaria che ha un potenziale offensivo terribile, è sembrata avere un suo equilibrio anche così, e soprattutto sembra decisamente consapevole del suo potenziale.
Poi si può discutere se l’atteggiamento giusto resti quello di difendere il vantaggio appena conseguito - attitudine su cui Mourinho ha praticamente costruito il successo della Conference nello scorso anno - o se a questo punto non varrebbe la pena salire un altro gradino verso il più esclusivo club dei top team continentali mantenendo, anche in vantaggio, l’aggressività nella metà campo avversaria su cui la squadra riesce a costruire quasi tutti i suoi successi. Dybala e, auspicabilmente, Wijnaldum, Belotti e magari anche un altro centrale difensivo, autorizzerebbero pensieri che nessuno nella scorsa stagione si permetteva di coltivare. Sono poche le squadre in Italia ad avere tanta qualità, nei titolari e pure nelle riserve. Anche da Haifa sono arrivate risposte importanti. Vediamo che succederà domenica all’Olimpico e poi partiamo, nel campionato più promettente degli ultimi vent’anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA