Prospettiva Romanista - Daspo e dintorni, via le assurdità

Dopo le elezioni. L’occasione di mettere mano alle regole con buon senso. Il primo passo sanzionare solo per fatti attinenti alla violenza sportiva

PUBBLICATO DA Lorenzo Contucci
09 Marzo 2018 - 10:28

Con le elezioni si dovrebbe giungere alla formazione di un nuovo Governo e quindi tutte le istanze che, in materia di eventi sportivi, erano state avanzate nella precedente legislatura, debbono essere riproposte. A mio modo di vedere, vi sono alcune urgenze da affrontare nella legge sulla violenza negli stadi. Attenzione: non recito il ruolo del difensore dell'indifendibile, ma intendo solo sottolineare quali sono le cose assurde contenute nella legge attuale. In primo luogo va chiarito che il daspo può essere applicato solo per fatti attinenti alla violenza sportiva. Attualmente, a seguito della modifica apportato dal Governo Renzi, le questure d'Italia stanno applicando il daspo anche per episodi che nulla hanno a che fare con il calcio, come ad esempio manifestazioni politiche, il che è aberrante.

In secondo luogo, va inserito un articolo che consenta espressamente al giudice, e non solo per logica, di disapplicare la recidiva amministrativa per chi è al secondo daspo. Attualmente se una persona ha avuto un daspo nello scorso millennio per avere acceso un fumogeno e ne ottiene un altro nel 2018 per la stessa ragione deve firmare per un periodo che va da cinque ad otto anni per le partite della squadra del cuore. Il rimedio che offre la legge, vale a dire quello di chiedere alla Questura una sorta di riabilitazione, decorsi tre anni dalla fine del primo daspo, non funziona, in quanto la Questura – semplicemente – non risponde ad alcuna richiesta. Uno dei ragazzi arrestati a Verona ha visto applicata la recidiva, e quindi un daspo di 5 anni con firma obbligatoria, nonostante lo stesso fosse stato assolto nel processo che diede origine al primo daspo, il che è ingiusto.

 In terzo luogo, va rivista la pena per chi trasgredisce il daspo, anche solo per essersi dimenticato di firmare in questura una volta: la pena per chi evade da un carcere è inferiore e, sinceramente, ritengo più grave l'evasione da un penitenziario rispetto a chi, pur violando la legge, va a vedere una partita di calcio o si dimentica di firmare una volta. Va poi eliminata la disposizione che consente di fare un daspo da uno a tre anni per chi viola il regolamento d'uso degli impianti sportivi. Il daspo qualifica la pericolosità intrinseca di una persona e non può essere ovviamente ritenuta tale quella che si arrampica su una balaustra per far fare il tifo, piuttosto che quella che sosta sulle scale o su un ballatoio od anche che non siede al suo seggiolino. Questa norma aberrante, introdotta dal Governo Amato, è quella che consente alla Questura di fare daspo per ragioni assolutamente risibili.

Per finire, va rivisto il famoso articolo 9 della Legge Amato: questo articolo vieta ancora di poter acquistare biglietti a soggetti che hanno scontato il proprio daspo e la propria (eventuale) condanna. Un esempio facile facile: accendo un fumogeno per festeggiare la mia squadra. La Questura mi fa il daspo per un anno. Il giudice poi mi condanna per avere acceso il fumogeno. A quel punto per cinque anni non posso fare biglietti, anche se il daspo è finito e la condanna pure, il che è semplicemente ridicolo, perché si tratta di una estensione del daspo a tutti gli effetti. Questi i punti chiave da rivedere. Senza alcuna valutazione di carattere politico, tant'è che tratto l'argomento ad elezioni ormai fatte, ma solo per un dato reale e riscontrabile, va evidenziato come queste norme assurde siano state varate principalmente da governi di centrosinistra (paradossalmente, le più repressive) e di centrodestra. L'unica persona che, nel corso dell'ultimo quinquennio, ha mostrato interesse per l'argomento e si è realmente adoperato per cercare di cambiare è stato l'On. Vito Crimi. A lui mi rivolgo, visto che il suo movimento ha di fatto ottenuto più voti degli altri, per tenere viva la fiamma della modifica di una legge assurda.

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