Per la Roma

Il Como è un retrogusto Anni Ottanta

Io non mi sono mai mosso dal mio posto: accanto alla ROMA. Come alla fine di quella domenica nonostante un amaro pareggio, il palo di Conti e un rigore, calciato sul palo, da Maurizio Iorio

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Danilo Per la Roma
02 Marzo 2025 - 07:00

La partita con il Como sa di anni ottanta.

E mi frullava in testa, allora, il ricordo di uno di quei temini in cui, a ripensarci oggi, la maestra delle elementari ogni lunedì – facendocelo fare a scuola – si impicciava, in pratica, delle abitudini delle famiglie dei bambini della classe attraverso il più classico dei “Come hai passato la domenica”.

Le mie, di domeniche, parlavano molto spesso della ROMA. E figurarsi quella del 23 settembre 1984 visto che, dopo i precedenti due anni all’Olimpico comprando i biglietti, era stata la prima da abbonato: avevo stressato così tanto mio padre da riuscire a farlo capitolare. E così quel ragazzino con i capelli a caschetto e la spilletta UR appuntata sul grembiule all’altezza del cuore finì su una di quelle tessere ridotto che, in quei tempi, avevano la fotografia appiccicata sopra.

Ricordo ancora il giorno, d’estate, in cui mio padre quella tessera me la portò al mare. Ricordo, più che altro, l’abbraccio che gli avevo dato: in tutta la mia vita, quello, è stato il regalo più bello che io abbia ricevuto e che, anche oggi a distanza di quarant’anni, ho continuato ad alimentare stagione dopo stagione. Sempre. A prescindere dal nome del presidente, dell’allenatore, dei giocatori e pure degli obiettivi da perseguire.

La ROMA, punto.

E torno, allora, a quel lunedì così lontano, alle elementari e a quel temino in cui raccontai di quella domenica mattina in apnea fino alla tanto attesa ora di pranzo in cui, con mio padre, mia sorella e mio cugino – questa squadra come uno dei valori della famiglia – montammo in macchina destinazione Olimpico: ROMA Como. Proprio come oggi ma quarant’anni dopo: un arco temporale così grande da stravolgere, naturalmente, la vita di quel bambino che adesso è diventato un uomo con una figlia, fatalità, proprio dell’età che avevo in quella stagione. E se il mondo, intanto, tutto intorno ha continuato a girare cambiando... io non mi sono mai mosso dal mio posto: accanto alla ROMA.

Come alla fine di quella domenica nonostante un amaro pareggio, il palo di Conti e un rigore, calciato sul palo, da Maurizio Iorio che poi finì, pure quello, dentro l’esercizio per essere rappresentato meglio.

A proposito: chi arbitra oggi?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI