Tra tutte le scelte possibili... la solita
Alla fine la strada non la sbaglierò neanche oggi e imboccherò la Tangenziale verso l’Olimpico. Perché tanto, l’unico modo di reagire che conosco è quello di ricominciare
Ho riniziato questo articolo dieci volte. Non perché non sapessi cosa scrivere ma, al contrario, perché sarebbero tanti-troppi i temi da trattare. Cominciando dal fatto che, domenica, la sconfitta di Como ha incrinato pure l’illusione a cui ci eravamo voluti aggrappare: Claudio Ranieri non è riuscito ancora ad essere il taumaturgo di questa squadra. Questo, naturalmente, non significa non avere fiducia nel tecnico, tutt’altro, ma solamente prendere coscienza che serve altro tempo visto che, ancora una volta, ci siamo ritrovati sbattuti in faccia l’amara realtà: la ROMA, dopo appena due passi in avanti, è tornata a farne un altro – l’ennesimo – indietro.
E questa stagione, partita dopo partita, continua ad assumere contorni sempre più sfocati. E per questo imprevedibili.
Ancora: non ci dobbiamo mai stancare di ricordare che la scelta di esonerare De Rossi, 18 settembre, andava sempre, e solo, considerata per quello che era... una follia. Peggio solamente quella, di scelta, di ingaggiare Juric – cinquantatré giorni come una bomba atomica – e sfregiare, quasi irrimediabilmente, le certezze e le speranze, aguriamoci solo, a breve termine.
Sì, chi aveva partorito quella scelta poi è stata allontanata dalla ROMA... ma, oggi come oggi, non ci trovo nulla di consolatorio.
Avrei voluto scrivere, poi, che il mercato di gennaio è alle porte e, volendo esprimere un desiderio, il mio sarebbe quello di veder arrivare – già il due gennaio – due-tre calciatori realmente necessari: nulla di esotico ma sano pragmatismo. E magari non altri pesi piuma ad arricchire una squadra di folletti per preferire qualche corazziere di gamba, carattere, passo e, certo che sì, pure piede.
Delle altre squadre mi interessa meno di zero ma gli undici di partenza dell’Atalanta, che ha vinto a Cagliari, aveva un’altezza media superiore ai 188 centimetri: a Como siamo scesi in campo con Saud, Celik, Angelino, Dybala, Le Fée… poi sì, il calcio non è la lotta greco-romana ma non rendersi conto della direzione che ha preso significa, molto probabilmente, sbagliare strada.
Ma sapete che c’è?
Che alla fine la strada non la sbaglierò neanche oggi e, nonostante tutto, imboccherò la Tangenziale verso l’Olimpico perché tanto, per valori e indole, l’unico modo di reagire che conosco è sempre, e solo, quello di ricominciare: FORZA MAGICA ROMA!
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