Siamo speciali, siamo Romanisti
Dal Bayern Monaco alla sfida di Londra contro il Tottenham, per noi nulla sembra cambiato nel giro di quasi quarant'anni
Quarant’anni cambiano il mondo, le generazioni: tutto. Quarant’anni trasformano i figli in padri, i padri in nonni. E i nonni se li portano via lasciandoli, però, nel cuore di chi resta che ne tramanda i racconti, le storie e le abitudini anche se chi arriva, naturalmente, le stravolge innescando nuove esigenze, modi di dire, fare, pensare e andare.
Spazzando via tutto quello che non serviva.
Con l’illusione di arrivare ovunque ma senza rendersi conto che, come fossimo sopra un tapis roulant, certe volte stiamo correndo senza andare da nessuna parte. E quando tutti gli altri intorno sembreranno, pure loro, palline di un flipper in tilt... allora, magari solo per un istante, sentiremo l’esigenza di fermarci un attimo per guardarci intorno.
E riconoscersi!
Eccoci, allora: Romanisti! Come se sfilando la lana di una di quelle meravigliose sciarpe giallorosse, realizzate ai ferri negli anni Ottanta, si fosse riusciti a unire – con quel filo conduttore – lo stesso popolo per lo stesso ideale una vita dopo: da quel ROMA Bayern Monaco del 20 marzo 1985 fino a Londra, fino ai giorni nostri.
Due fotografie destinate a non ingiallirsi nel tempo, due quadri iconici dello stesso sentimento, due momenti così distanti eppure profondamente identici e quasi sovrapponibili, ma cristallizzati a quasi quarant’anni di distanza l’uno dall’altro: manca il fiato solamente a scriverlo, nessuno avrebbe avuto il coraggio manco a pensarlo in qualsiasi altra sfera di questa vita che, in un arco temporale così immenso, ha stravolto e radicalmente cambiato tutto. Già, tutto... tranne una cosa: quello che lega la ROMA ai Romanisti!
Pure in quest’epoca così distratta in cui la soglia dell’attenzione delle persone, il più delle volte, dura solamente il tempo di una storia Instagram. Macché: qui la storia è la nostra e non dura ventiquattr’ore ma, proprio come quella della Città Eterna che rappresenta questa squadra, per sempre. E quel per sempre rieccolo a Londra in quel settore ospiti che se non sapessimo che il tempo, in un lampo, ci ha catapultato decine di anni dopo, penseremmo essere riempito dalle stesse ragazze e dagli stessi ragazzi che riempivano la Curva Sud in quel pomeriggio del 1985.
Con il mondo è cambiato anche il calcio, le sue regole e le dinamiche che lo governano con la nevrastenica esigenza di far giocare più partite possibili: è cambiato tutto. Eppure, come un bastone nei raggi di questa ruota impazzita, c’è ancora chi ha voglia di continuare a sé stessi: i Romanisti!
E non molleremo mai.
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