Lettera aperta ai Friedkin
Al valore era riuscito a dare significato Nela: "Noi, semplicemente, siamo diversi da tutti gli altri: questo siamo noi". E, certamente, non inizieremo a cambiare adesso
Non scherzate con i nostri sentimenti.
Come se la ROMA fosse una partita di golf che se oggi tira troppo vento si può anche rimandare. Come se i Romanisti fossero la claque di un qualsiasi reality in cui si applaude a comando. Come se la nostra storia fosse stampata su un rotocalco patinato, fermo lì da mesi in una sala d’aspetto di un dentista, anziché intrecciata nelle viscere di ogni famiglia di questa città che se la trasmette come un valore.
Ecco, segnatevela questa parola: valore.
La ROMA è un valore, la ROMA è il valore aggiunto. La ROMA dà valore alle giornate di chi popola con le sue paranoie le stanze degli ospedali, di chi sta otto ore dentro un furgone freddo d’inverno e rovente d’estate, di chi può vedere i figli solamente nel fine settimana. Segnatevela per davvero, allora, questa ca**o di parola: valore! Perché qui state bruciando milioni ma soprattutto gli stati d’animo, la passione e il senso di appartenenza delle persone prima ancora che dei tifosi: dei quattrini, probabilmente, neanche ve ne fregherà niente perché tanto chissà quanti altri ne guadagnerete. Ma un cuore che si inaridisce nessuno l’ha mai visto tornare a pulsare come un tempo e questo, di cuore, ha iniziato a essere bradicardico dal silenzio assordante, e inspiegabile, di Budapest rallentando, ancora di più, il suo ritmo per il modo in cui è stato trattato José Mourinho per arrivare, per qualche attimo, addirittura a fermarsi nel giorno in cui è stato esonerato il vostro progetto migliore: Daniele De Rossi.
Che, onde evitarvi confusione, non era l’allenatore dell’Everton.
E mi viene in mente, allora, la cameretta piena zeppa di giocattoli di certi ragazzini che, alla fine, manco si ricordano più cosa c’era dentro qualche cesta e finiscono per chiederne, ai genitori, un altro identico a uno che già possedevano ma del quale si erano dimenticati perché non gli avevano dato valore.
Rieccola di nuovo questa parola: valore.
Alla quale, durante le celebrazioni per i quarant’anni dallo scudetto del 1983, era riuscito a dare significato Sebino Nela dicendo che “Questo è il senso di appartenenza, questa è ROMA, questa è la ROMA. Noi, semplicemente, siamo diversi da tutti gli altri: questo siamo noi”.
E, certamente, non inizieremo a cambiare adesso.
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