Per la Roma

Le colonne del giornale, le colonne della nostra fede

È cambiato il mondo e figurarsi il calcio. Eppure siamo ancora tutti qui, a raccontare da dove veniamo e dove vogliamo andare tutti insieme

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Danilo Per la Roma
24 Ottobre 2024 - 08:00

Fuori l’Olimpico, quando ero un ragazzino, distribuivano molti giornali che anticipavano i temi della partita che stava per cominciare. Entrando dentro lo stadio cercavo sempre di prenderne il più possibile e quelli a colori erano i miei preferiti perché, una volta a casa, potevo ritagliare le fotografie per andarci a tappezzare i quaderni, il diario e, soprattutto, delle agende che mi portava mio padre da lavoro. Ai protagonisti di maggior rilievo tipo Bruno Conti, Nela, Falcao o Agostino Di Bartolomei ne dedicavo, addirittura, una ciascuno. E quando qualcuna di quelle agende, anche adesso, mi ricapita davanti, sfogliandola, mi regala dolci sorrisi nel riconoscermi in quella calligrafia così incerta in contrapposizione, però, con la granitica, e lucente, ammirazione che avevo nei confronti di quei grandi campioni. Altre ancora, invece, nel corso degli anni sono andate perse e con loro, pure, i sogni e gli stati d’animo di quel bambino Romanista che oggi, con tutta probabilità, vedrebbe la sacralità degli attuali calciatori implodere sotto i colpi dei loro stessi banali post social.

Nulla di virtuale, invece. Il giornale ha l’odore della stampa, ti resta sulle dita e pure in qualche angolo del cuore per i suoi riti e tutte quelle fotografie ritagliate e poi rimaste incollate, in tutti questi anni, su quelle pagine di quaderno a dispetto del tempo e dell’umidità delle soffitte in cui erano andati a finire quegli scatoloni che li contenevano.

Non mi illudo, naturalmente, che questo – di giornale – possa durare per così tanto tempo ma è già importante vederlo popolare l’Olimpico, saperlo nelle mani di altri Romanisti, immaginarlo come il testimone di una staffetta generazionale tra i figli, i padri e i nonni.

È cambiato il mondo e figurarsi il calcio eppure siamo ancora qui a dispetto del traffico che aumenta e dei parcheggi che diminuiscono, della malinconia per lo squarcio sul cuore per il surreale esonero di De Rossi e il silenzio dei troppi uffici vuoti di Trigoria… qui a raccontare da dove veniamo e dove vogliamo andare tutti insieme.

Qui a contare gli istanti che ci dividono dal fischio d’inizio ingannando, oggi come ieri, questa attesa sfogliando un giornale custode del tempo e di questa fede che è stata capace di tutto fuorché di arrendersi. Generazione dopo generazione, Romanisti!

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