Il romanista Pisilli, privilegio e fardello
L’augurio è che l’amore non sia mai capovolto
Fate qualche screenshot dei commenti social su Niccolò Pisilli. Registrate i file audio, e le telefonate, inviati alle radio in cui si parla di lui. Tenete a mente quello che, allo stadio, dice il vostro vicino di seggiolino su questo ragazzo di Casal Palocco. Conservate tutto, adesso: fate presto!
Perché domani potrebbe essere già troppo tardi e le parole al miele essersi trasformate in fiele, gli applausi in fischi e ogni frase sul diretto interessato essere cambiata per significato, tono di voce e sottinteso. Lo so, potrà sembrarvi impossibile perché questo è un calciatore vero, con gamba, senso d’inserimento e pure del gol. Ma, non dimenticatevi, che è Romanista… e, a un certo punto, questa straordinaria virtù – perché, per me, essere nati in questa città e tifare la squadra che la rappresenta è un tutt’uno – diventerà, di colpo, la sua condanna.
Basterà poco eh, forse la firma su quel primo rinnovo contrattuale che ora tutti stanno chiedendo a gran voce. E questa pressione per portarlo, giustamente, a guadagnare di più sarà il primo gradino verso la sua condanna: “Da quando ha firmato non è più lui”. No, la mia non è una previsione. Sto semplicemente raccontando quello che è accaduto a qualsiasi altro giocatore nato a ROMA e che poi ha avuto il privilegio di vestire questa maglia: Di Bartolomei, Giannini, Totti, De Rossi, Florenzi, Pellegrini. Un destino che – a prescindere dal valore, più o meno assoluto, del singolo – ha unito tutti loro e che ha salvato solamente Bove perché è stato ceduto prima, un assist colossale al calcio moderno e uno schiaffo in faccia a chi crede ancora in certi valori anche se poi, un bel cortocircuito, chi spesso si lamenta della mancanza di bandiere è proprio quello che, pensa un po’, vomita di tutto su Lorenzo Pellegrini.
Perché, per intenderci, non si tratta di esprimere un giudizio negativo su delle prestazioni ma proprio di scivolare sull’epiteto, l’augurio di un infortunio per non ritrovarselo più davanti, la presa per i fondelli: roba che, nel corso degli anni, non è stata dedicata manco ad avversari come Di Canio, Nedved, Chiellini.
Chissà, allora, pure la clessidra di Pisilli tra quanto verrà capovolta. Chissà tra quanto ascolteremo iniziare una frase con: “Ancora con Pisilli?!?” e chissà, pure, quando arriverà il giorno in cui qualcuno, sottobraccio a qualche pregiudizio, ci verrà a dire che “Non può giocare neanche in serie A”. Non possiamo saperlo. Quello di cui, però, abbiamo certezza è che anche in quel momento noi saremo lì a sottolineare che non sarà mai il caso di confondere un privilegio con un fardello. FORZA ROMA, NICCOLÒ!
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