L'alfabeto di Roma-Lazio: nome, simbolo, colori
Siamo «il simbolo della loro eterna sconfitta» fin dal giorno della nostra nascita. Da Volk a DDR, passando per Rocca, Ago e Totti, è la Storia stessa a renderli ospiti (sgraditi)
Astutillo
A - Nome di battesimo di Malgioglio, idolo della tifoseria giallorossa ben al di là della sua breve militanza nella Roma: l’uomo capace di calpestare (non soltanto metaforicamente) la maglia di quegli altri merita eterno rispetto e affetto.
B, Serie
B - Loro habitat naturale negli Anni 80, quando noi dominavamo in Italia e non solo, ma anche in altri periodi: in totale undici (più una) stagioni nel campionato cadetto per i biancocelesti, che difesero con le unghie e con i denti la categoria nel 1986-87 nell’ormai celebre spareggio con il Campobasso.
«C’è solo l’A.S. Roma»
C - Coreografia profetica, quella realizzata dalla Curva Sud per il derby del 27 novembre 1994. Secondo più o meno tutti la Lazio di Zeman era destinata a travolgere i giallorossi. Che invece vincono 3-0 con i gol di Balbo, Cappioli e Fonseca. Finisce con la festa sotto la Sud di Mazzone e dei suoi, alla faccia dei pronostici della vigilia.
Diciassette
D - Il numero che certifica la nostra supremazia ad oggi: nei 183 precedenti ufficiali, sono 68 le nostre vittorie, a fronte delle 51 di quegli altri (64 i pareggi).
Eterna sconfitta
E - Il 22 settembre 2013, nel derby delle lacrime di Balzaretti e della «chiesa al centro del villaggio», la Curva Sud regala al mondo una delle sue più belle e significative coreografie. «Il mio nome è il simbolo della tua eterna sconfitta». Alla base della Curva, attorno allo stemma SPQR, campeggia la scritta «A.S. Roma». Perché non c’è loro vittoria che possa cambiare la Storia. E la Storia dice che dal 1927 a Roma sono ospiti; non graditi, peraltro.
Faotto
F - Una sorta di Paolo Negro ante-litteram: l’uruguagio Maximiliano Faotto, con un autogol al 90’, regala alla Roma la vittoria per 2-1 nel derby dell’11 gennaio 1942. Un successo che si rivelerà poi decisivo nella conquista del nostro primo Scudetto.
Gianluca
G - L’uomo che ha deciso l’ultimo derby: con un colpo di testa sotto la Sud, Mancini ci ha regalato la vittoria per 1-0 il 6 aprile 2024.
Horror
H - «L’incubo peggiore è svejasse laziali», recita uno striscione geniale nel derby del 19 novembre 2017. Per la cronaca, la Roma vince 2-1 grazie ai gol di Perotti e Nainggolan.
Inferiorità
I - Certificata dai numeri (e non solo), la nostra supremazia è da sempre fonte di estremo rodimento per quegli altri. Come la luna con il sole, vivono di luce riflessa.
Leggende
L - L’11 gennaio 2015, in occasione del derby terminato 2-2 (con doppietta di Totti) la Curva Sud rende omaggio agli uomini che hanno fatto la storia della Roma: Ferraris IV, Bernardini, Carpi, De Micheli, Volk, Masetti, Losi, Taccola, De Sisti, Rocca, Conti, Di Bartolomei, Giannini, Totti e De Rossi. «Figli di Roma, Capitani e bandiere... questo è il mio vanto che non potrai mai avere!».
Manita
M - Il 15 maggio 1983, in uno Stadio Olimpico irradiato dalla luce della pura gioia, la Roma festeggia con i suoi tifosi lo Scudetto conquistato una settimana prima a Marassi, e lo fa battendo 3-1 il Torino. Quello stesso giorno, a Milano, quegli altri incassano un sonoro 5-1 dal Milan nella trentaquattresima giornata del campionato di Serie B.
Nove
N- Il 16 novembre 1947 «il grande cuore della Roma si afferma in un incontro accanitissimo», stando a quanto scrivono i giornali: Amadei segna il gol del vantaggio al 14’, poi si fa male ed è costretto a uscire dal campo. Non esistono ancora le sostituzioni e la Roma resta in dieci; poi in nove, quando si fa male anche Valle. Ma i giallorossi difendono il risultato con le unghie e con i denti e alla fine portano a casa la vittoria.
Ospiti (non graditi)
O - «A Roma siete ospiti», scrive la Curva Sud nel derby del 26 marzo 2000. A ridosso del fischio d’inizio, la bellissima coreografia vede al centro lo stemma SPQR corredato dalla scritta: «Nome, colori, tradizione... Roma resta giallorossa».
Paolonegrogò
P - Scritto così, tutto attaccato: sei sillabe capaci di evocare i più dolci ricordi. Ricordi che sanno di rimpalli, gol nella porta sbagliata (che poi è quella giusta) e Scudetti scuciti dal petto.
Quattro per quattro
Q - In quattro circostanze abbiamo vinto segnando 4 reti (4-1 l’1 maggio 1932, 4-0 il 13 novembre 1960, 4-1 il 21 novembre 1999 e il 3 aprile 2016). Ci sono anche due successi con 5 gol: 5-0 l’1 novembre 1933 e 5-1 il 10 marzo 2002.
Ricci
R - «State a fa’ godè i romanisti... Come ricci stanno a godè!». Parole di Claudio Ranieri dopo la vittoria giallorossa per 2-0 nel derby del 7 novembre 2010. Indimenticabile.
Supermarco
S - Autentico incubo della difesa biancoceleste, Marco Delvecchio ha segnato 9 reti contro quegli altri tra il 1997 e il 2003.
«Ti amo»
T - L’enorme striscione che occupa tutta la Sud in occasione del derby del 23 ottobre 1983: noi lo giochiamo da Campioni d’Italia, col tricolore sul petto, loro da neopromossi. Le cinque lettere rosse su sfondo bianco sono ancora spiegate quando Nela ci porta in vantaggio al 4’. Nella ripresa Pruzzo firma il 2-0 che chiude i giochi.
Undici
U - Le reti messe a segno contro di loro da Francesco Totti, miglior marcatore nella storia del derby di Roma assieme a Dino Da Costa.
Volk
V - L’uomo che, con un suo gol, decide il primo derby della storia, indirizzando per sempre la Storia: l’8 dicembre 1929 finisce 1-0 per noi.
Zero a due
Z - Orfana di Totti, appena infortunatosi, il 26 febbraio 2006 la Roma di Spalletti festeggia le undici vittorie consecutive battendo 2-0 quegli altri. E sotto la Sud si fa festa sulle note di Seven nation army.
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