La crisi delle scuole calcio, Di Bisceglia della Nuova Tor Tre Teste: "Cessioni a rischio"
Il presidente dello storico club romano: "Abbiamo perso 200.000 euro. Cambieranno le regole sui giovani che vanno fuori regione, alcuni club hanno congelato le trattative"
L'età la ricorda un murales dipinto sul muro, accanto ai cipressetti del viale d'ingresso, con lo stemma, un torrione (sorridente) con tre merli e tre palloni sopra, e sotto l'anno di nascita, 1976: la Nuova Tor Tre Teste è nata insieme a Totti, un anno prima del suo attuale presidente, Alessio Di Bisceglia, che ha interrotto presto la carriera di calciatore per prendere dal padre le redini di un club diventato da tempo una potenza del calcio giovanile dilettantistico, raggiungendo e spesso superando realtà storiche della Capitale come Romulea, Savio e Tor di Quinto.
Il murales con il logo del club
C'è il pallone di gomma di una piscina coperta alla sinistra del viale d'ingresso, e subito dopo il ristorante, poi nel piazzale si apre la segreteria, sovrastata da un cartello enorme, "scuola calcio Juventus", in fondo a sinistra gli spogliatoi, il campo a 11, uno dei pochi a Roma con tribuna coperta, e i campi più piccoli, calcetto e calciotto. Da qualche anno sono spuntati anche quelli di padel: il polo di Via Giuseppe Candiani 12, angolo con la Prenestina, due passi da Via Palmiro Togliatti, ormai non attira solamente ragazzini che vogliono giocare a calcio.
Il campo a undici della Nuova Tor Tre Teste
E i danni, con il lockdown, sono stati anche maggiori. Anche se, da qualche giorno, i ragazzi sono tornati al campo, tra distributori di disinfettante sparsi ovunque e conetti per controllare non solo i progressi sul piano tecnico, ma anche il distanziamento sociale imposto dal Covid.
«Abbiamo ricominciato secondo quanto prescritto dalle normative federali – spiega il presidente Di Bisceglia – poco pallone, e nessun contatto. Niente partitelle, solo giochi di posizione, esercizi di trasmissione palla, qualche torello, sempre super distanziati. Potremo andare avanti fino a fine giugno, anche perché poi i cartellini scadono, ma intanto questi ragazzi li vogliamo far giocare. La federazione ci ha dato il permesso di ripartire il 9 giugno, anche se so che qualcun altro era ripartito già prima...»
Avete previsto un rimborso per i ragazzi che hanno perso tre mesi di scuola calcio?
«Faremo uno sconto di 150 euro per quelli che si riscriveranno l'anno prossimo. E quelli che non lo faranno avranno un voucher, che potranno spendere al ristorante».
Tutti presenti alla ripresa?
«Quasi tutti, diciamo un 80-90%, anche se non si possono ancora fare le partitelle: c'era una voglia di ripartire pazzesca, dopo mesi di allenamenti davanti al computer».
Avete quantificato i danni?
«Non nel dettaglio, ma hanno tenuto fermo per tre mesi un circolo sportivo come questo… tra il ristorante, i campi di calcetto, il danno sarà un paio di centinaia di migliaia di euro».
Ferma anche la piscina…
«La piscina è nostra, ma l'abbiamo data in gestione, da anni, non so quantificarli i danni. Anche loro si sono dovuti fermare, ovviamente. In questi giorni c'è stata una perdita, abbiamo dovuto svuotarla per sistemare tutto».
Un bambino si disinfetta le mani dopo l'allenamento
Gli aiuti dello stato?
«Abbiamo studiato tutti i decreti, e fatto le domande, ma non ci è arrivato ancora un euro: ci sarà da attendere. Le associazioni sportive possono chiedere 25.000 euro di finanziamento a tassi agevolati al Credito Sportivo. Ma la pratica è lunghissima. Noi siamo una realtà importante, e andremo avanti nonostante i problemi, ma molti rischiano di chiudere».
Per settembre?
«Non si sa ancora nulla. Quando ci diranno, ci metteremo all'opera per ripartire. Ma in questo momento la Federazione è ancora chiusa».
Le trattative per la cessione dei ragazzi a club professionistici, magari a rilento, ma sono andate avanti…
«Stiamo chiudendo giocatori con Empoli, Roma, Lazio, Spal e Parma. Ma il mercato dei fuori regione quest'anno sarà completamente diverso, a causa del Covid: cambieranno i protocolli, sicuramente sarà più difficile portare giocatori da fuori nel pensionato, probabilmente ci saranno meno deroghe. E molti club a cui gli altri anni davamo giocatori ora sono fermi, in attesa di capire che succede».
Un disinfettante tra i birilli del campo centrale
E la Juventus?
«Il nostro accordo di affiliazione scade il 30 giugno. Stiamo valutando che fare, se rinnovare o accordarci con un altro club».
I rapporti con la Roma si erano molto raffreddati dopo l'apertura della scuola calcio all'Acqua Acetosa.
«Ma non solo con noi, con tutte le società dilettantistiche: la Roma che apriva una sua scuola calcio era stata vista come un'invasione di campo. Quello era e resta il nostro pane quotidiano e ci avevano tolto una grandissima fetta di utenza. Anche se poi i nostri giocatori a Trigoria sono continuati ad arrivare, anche in questi anni: ne avevamo tre in Under 18 nella stagione in corso. E ora che è tornato Bruno (Conti, ndr) è tutto molto più facile: i rapporti personali, prima con mio padre e ora con me, sono sempre stati ottimi».
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