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Verso il Gent, il Roma Club Liegi: "Seguiamo la squadra ovunque, stavolta è vicina"

Parla Enzo Fiori, il presidente: "Dopo il sorteggio siamo rimasti quasi delusi perché la trasferta non era lontana. In Belgio sarà dura, dovremo fare attenzione"

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
23 Febbraio 2020 - 09:05

Adesso viene il Belgio. O meglio, tra pochi giorni, perché la Roma, una volta archiviata la gara in casa con il Lecce, rivolgerà lo sguardo all'Europa League e alla partita di ritorno nei sedicesimi di finale con il Gent. «La partita dell'Olimpico è andata benino, qui in Belgio non sarà facile», commenta Enzo Fiori, presidente del Roma Club Liegi, intitolato a Francesco Totti, che all'Olimpico non era presente anche se rappresentanti del club quando gioca la Roma ci sono sempre e ci saranno anche oggi con il Lecce all'Olimpico.

«Il risultato è un po' stretto, la squadra è un po' lenta, è come se si fosse rallentata rispetto a partite come quella di Firenze a dicembre. A Gent troveremo un ambiente molto caldo, lo stadio è nuovissimo, molto bello, piccolo ma molto caloroso. La Roma è superiore però loro hanno un bel gioco, a tratti fanno vedere di essere pericolosi, hanno giocatori veloci. Tra l'ambiente e la grinta e la voglia di ribaltare arriveranno i pericoli, la Roma dovrà stare col coltello tra i denti. Anche perché vogliamo fare altre trasferte europee, non vediamo l'ora di andare un po' più lontani. È paradossale che quando c'è stato il sorteggio siamo stati un po' delusi perché la trasferta era troppo vicina».

Il Roma Club Liegi in trasferta a Milano

E alla Ghelamco Arena ci sarà anche Enzo: «Del club saremo 25 persone, anche se avevamo chiesto il doppio dei biglietti, qualcuno andrà anche in altri settori, ma parecchi hanno rinunciato perché preferiscono andare in "curva". Siamo a 160 km di distanza e andremo in macchina. A Moenchengladbach siamo andati in pullman, ma questa volta abbiamo avuto i biglietti a singhiozzo e non ci siamo potuti organizzare bene con i tempi. A seconda della distanza decidiamo come muoverci, ma in Germania, Francia e Olanda facciamo tutto con il pullman. A Oporto, invece, siamo andati in aereo».

Attualmente sono una cinquantina i soci, anche se in passato si è arrivati anche a quota novanta: «Dipende un po' anche dai risultati della squadra, onestamente. Abbiamo un locale a Liegi con un grande schermo con Sky e Dazn. È un ristorante italiano, un'ex taverna di minatori degli Anni 50 tutto rifatto all'interno. È un bell'ambiente: puoi trovarci anche degli anziani italiani che giocano a carte, a ramino e giochi del genere». Il Roma Club Liegi ha anche una bevanda "personalizzata": «Sì, è stata fatta in un primo momento solo per regalarla ai soci quando andiamo in trasferta in Europa. È una bibita energetica, simile alla RedBull. Molti poi tengono la lattina anche vuota per collezione vicino a gli altri oggetti della Roma».

L'etichetta della bevanda dedicata ai tifosi del Roma Club Liegi

Nato in Belgio 53 anni fa, figlio di un immigrato italiano originario di Sezze Romano che nel nel dopo guerra si è trasferito per lavorare in miniera, Enzo ha una sorella nata in Belgio ma sposata con un romano, che vive nella Capitale: «Nel club non ci sono tanti romani, ci sono abbruzzesi e siciliani o cittadini belgi che tifano Roma, anche nei paesi fiamminghi abbiamo un po' di soci che verranno anche a Gent. C'è una grande comunità italiana di immigrati. Conosciamo il Roma Club Bruxelles ma non siamo in competizione. Quando abbiamo giocato contro il Lille in estate qualcuno di noi si è incontrato con loro. Se è più facile seguire dal vivo le gare in Italia o in Europa? È uguale, andiamo ovunque. In Italia veniamo soprattutto a Roma, fino all'anno scorso avevamo "simbolicamente" abbonamenti di Distinti e Curva Sud, ma non riusciamo a sfruttarli al 100%, abbiamo un socio che è tesserato in Tribuna Tevere, va più spesso di noi e lo sfrutta molto. La partita più bella che ho visto allo stadio in Europa è sicuramente quella di Londra in Champions League contro il Chelsea con quei due gol di Dzeko visti proprio davanti ai miei occhi nel settore ospiti. Purtroppo per impegni di lavoro non sono riuscito a venire a Roma per la storica partita col Barcellona, ma era presente il nostro socio Danilo. Lui è romano, anzi romanaccio proprio. Ha i parenti nella Capitale e non se l'è persa».

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