Cardoni racconta "Tutto quello che non doveva succedere": «Era un'altra Roma»
Il libro, raccontato nell'incontro del Roma Club Ovunquetusarai, affonda le radici tra il ko in finale di Coppa dei Campioni del 1984 e i funerali di Berlinguer
Dalla sconfitta in finale di Coppa dei Campioni ai funerali di Enrico Berlinguer. Due settimane che, nel 1984, hanno indubbiamente segnato la storia della Città Eterna. È stato Andrea Cardoni a raccontare quelle giornate, tra testimonianze varie, nel suo libro “Tutto quello che non doveva succedere”. Centoventidue pagine di storia approfondite nell’incontro organizzato dal Roma Club Ovunque Tu Sarai il 13 novembre, presso l’ex Sala del Consiglio del Municipio VII, e presentato da Mara Mancini (presidente RC), Gabriele Basile (vicepresidente RC), Paolo Masini (ex consigliere comunale e assessore di Roma) e Francesco Laddaga (presidente Municipio VII).
«Questo libro non mi è venuto in mente di punto in bianco», ha spiegato Cardoni. «I meccanismi della memoria mi interessano in maniera particolare. Ho cercato di capire che cosa fosse successo durante quella partita dell’84: io sono dell’81, quindi non ricordo molto. Una persona mi ha raccontato che nel giro di quattordici giorni ha visto suo padre piangere due volte». L’idea è nata anche grazie alla riflessione venuta a galla da questa storia: «Ho pensato che quello fosse un punto di vista mai raccontato. Non mi interessavano solo la fede calcistica e quella politica, ma quello che accadeva in quei giorni. Volevo raccontare la città dal silenzio di quei giorni». È poi impossibile, quando si parla di Roma e della Roma, non parlare dei tifosi: «Oggi tutto è diverso. C’è un modo diverso di approcciarsi alla partita. All’epoca l’Olimpico ruggiva: in quel Roma-Liverpool lo stadio faceva paura! Non ho vissuto la finale di Conference League allo stesso modo di altre vittorie del passato. Probabilmente perché prima queste cose andavano raccontate, non c’era un modo per poter “vedere” le emozioni sui social». Un’altra Roma, un altro mondo. Altra gente, ma con il cuore sempre e comunque giallorosso.
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