L'Aia di rigore, quanta confusione in tempi di "glasnost"
Il designatore arbitrale Rocchi aveva criticato gli arbitraggi dell'ultima giornata: Aureliano e La Penna arbitrano nel weekend, ma allora con chi ce l'aveva?
Con chi ce l’aveva Rocchi dopo l’ultima giornata di campionato quando ha parlato di arbitraggi che non gli erano piaciuti? Sicuramente non con Aureliano e La Penna, finiti nell’occhio del ciclone dopo Monza-Roma per il contestato episodio del pestone di Kyriakopoulos a Baldanzi in area di rigore dei brianzoli e la mancata assegnazione del rigore per i giallorossi. Ne abbiamo avuto la certezza ieri, leggendo le designazioni abritrali per il prossimo weekend di campionato. Entrambi saranno occupatissimi: Aureliano sarà arbitro di Cagliari-Torino - con il collega che c’era anche a Monza, Meraviglia, in squadra al monitor - e La Penna invece Avar di Milan-Udinese e Var di Venezia-Atalanta. Una linea già tracciata dal vice di Rocchi, Andrea Gervasoni, che era intervenuto in diretta tv a Open Var dopo poche ore dalle polemiche sul campo (quindi a caldo, a tiepido o a freddo?).
Una linea che contraddiceva sostanzialmente le spiegazioni dello stesso Rocchi sul pestone, arrivate nel novembre 2023 dopo il caso-Piccoli in Lecce-Milan del campionato scorso: per punire un pestone non occorre la volontarietà (guarda la palla, guarda la luna, guarda il dito), va punito sempre. Certo, riconosciamo che Rocchi questo lo disse subito: un pestone per essere tale non deve essere impercettibile. Peccato che basti guardare, con o senza occhiali, la torsione della caviglia di Baldanzi per determinare che quello di Kyriakopoulos non è stato un «micro-pestone» su una «porzione di piede», finendo lo scarpino del greco esattamente sulle ossa tarsali e metatarsali del destro del povero Baldanzi. I risultati possono essere dunque due: o Rocchi a distanza di quasi un anno si è lasciato contraddire (anche da se stesso) non si sa per quale causa o ha cambiato idea ma non l’ha comunicato al grande pubblico. Tutto legittimo, sia chiaro, seppur stridente con l’aria di, almeno teorica, apertura e glasnost dell’Aia. Sfuggono ancora un paio di aspetti sulle procedure adottate in occasione del «piccolo pestone», come l’ha definito il signor Aureliano dal Var: da quando il Var “interpreta” l’intensità? Eravamo rimasti che quelle erano valutazioni sacre del direttore di gara in campo. E visto che il calcio di Kyriakopoulos a Baldanzi successivo al pestone è passato in cavalleria (per fortuna non per altri ex arbitri), non ci resta che piangere e, prendendo atto di tutto, vigiliamo sui prossimi pestoni.
Pochi giorni dopo che un vate come Orsato ha confessato che la peggior offesa per un arbitro è che sia scarso, possono dormire tutti in pace. Niente “turnover”, dunque, come talvolta si definisce con lo zuccherino lo stop inflitto a quegli arbitri che devono ritrovare serenità o riflettere sui propri errori. Aureliano, La Penna, Pairetto (con i tre rigorini concessi a Firenze) e Ayroldi (con un fallo contro convertito in rigore per la Lazio) tutti in Serie A. Si riposerà, e quindi niente gettone di presenza, il solo Livio Marinelli, che aveva diretto Juve-Cagliari. Ma quindi, quando Rocchi ha parlato di arbitraggi (al plurale), con chi ce l’aveva?
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