La Roma è il problema, la Roma la soluzione
L'orribile classifica impone un reset: serve un esame di coscienza da parte di tutti ma anche la consapevolezza di avere una rosa di qualità e il tecnico più vincente della Serie A
Mourinho è il problema, Mourinho è la soluzione. Mourinho è il peggior allenatore in campionato della Roma da dieci anni a questa parte. Ma i predecessori hanno fatto ogni anno una finale europea? Abbiamo un paraocchi sì e l’altro no. Dicono: è rimasto svogliato e ce l’ha con tutti. Quindi, uno che vuole sempre vincere improvvisamente vorrebbe il male di se stesso. Insomma, ragazzi, cui prodest? come dicevano i nostri antenati. Non dev’essere "la Roma di Mourinho", disse il giorno in cui arrivò proprio il tecnico portoghese. La Roma, unica cosa che conta, è in una condizione di classifica anomala, orribile, terribile, non si può guardare. Potrà essere un po’ incazzato José? Potranno esserlo un po’ i giocatori? Potranno esserlo soprattutto i tifosi? Partiamo da qui. Anzi, meno male che sono tutti straniti e meno male che se lo dicono, anzi, che se lo strillino pure. Noi però non siamo a nostro agio nelle strumentalizzazioni e nei voli pindarici di alcuni. Il confronto, se tale, "ci sta" nelle radio, sui social, al bar, o nelle migliori famiglie. Che ci sia anche nello spogliatoio, il posto sacro dal quale devono uscire le soluzioni. Dai giocatori, sotto la guida dell’allenatore. Inventatevi qualcosa. Mourinho, che è una parte del problema al pari di Pinto e dei giocatori che sbagliano un gol, un cross o una marcatura, è il più vincente allenatore della Serie A e ha l’esperienza per inventarsi qualcosa con tutti i professionisti che lavorano nella Roma. Tre partite storte sono pesanti incidenti di percorso (come capitano, anche a filotti, a metà stagione e danno meno nell’occhio che a inizio campionato) in attesa di sincronizzare i meccanismi e i giocatori (sono tanti e in ruoli nevralgici i nuovi) più che errori di sistema che bisogna cambiare tutto. Non capita spesso di partire in crisi, è vero. Se la Roma dell’esordio con la Salernitana è stata "accettabile" e ha pagato oltre misura due errori uscendo con un solo punto e quella di Verona, rimasta a bocca asciutta, è stata addirittura migliore e più sfortunata per errori e sfiga della settimana prima, quella vista con il Milan è stata inguardabile almeno quanto la classifica. Dominata da una squadra di poco sopra il normale (non è sembrato il Milan di Sacchi...), la Roma è apparsa disordinata e sulle gambe. Almeno su quelle di chi si è retto in piedi. Tra tante difficoltà la dirigenza ha fornito a Mourinho una rosa di qualità, ma precaria. Una rosa forte, ma potenziale. Un compromesso - avallato anche dall’allenatore - dettato dalle oggettive condizioni finanziarie del club. Il mercato, di fatto, non ha ancora giocato, non è pronto, giocherà, sarà pronto. Dybala e Lukaku sono due top. Calma e sangue freddo. A quel punto la Roma si misurerà tra chi abbassa le pretese (per evitare pressioni), ritenendo per prudenza l’organico da 5°-8° posto, e chi le alza (e magari mette pressioni a Mou) ritenendo - specie dopo Lukaku - con grande ottimismo la squadra giallorossa da scudetto. Inutile schierarsi, insomma, se non con la Roma. Uniti nella crisi. Testa bassissima e lavoro tostissimo.
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