Controvento

Tutto torna

Il nuovo anno entrerà coi riflettori puntati su quello che più conta: un ritrovato abbraccio fra la Roma e la sua gente. La Roma è la sua gente

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
27 Dicembre 2024 - 06:00

Accantoniamolo. Tutti insieme. Di questo 2024 più funesto che bisesto resta ben poco da salvare, dal principio alla fine. Ma se l’Omega lascia qualche spiraglio alla speranza, l’Alfa del nuovo anno ha già puntato i riflettori su quello che più conta: un ritrovato abbraccio. Fra la Roma e la sua gente. La Roma è la sua gente. Da sempre, anche da prima del 1927, quando è stata la volontà popolare a far nascere qualcosa che era già nell’aria, riempiendo ogni angolo della città. E allora la strenna natalizia del club, che ha annunciato l’apertura dei cancelli del Tre Fontane per il primo allenamento del 2025 proprio nel giorno di Capodanno, non può che essere di buon auspicio. Non è chiaro chi farà il regalo e chi lo scarterà, ma nella migliore tradizione delle festività si può optare per un mutuo scambio.

Si tratta di un dono che serve al romanismo, come a portare punti. I giocatori traggono linfa e carica dalla vicinanza dei tifosi, che a loro volta alimentano la passione dal contatto col proprio amore. Fin da Campo Testaccio, dove «nessuna squadra ce passerà». E poi gli Anni 80, favolosi anche per quello stadio fortino. E addirittura in fasi poco felici come questa, l’Olimpico è casa davvero e la differenza col rendimento in trasferta è apodittica. In fondo quello rappresentano le due parti: componenti fondamentali di una sola entità. Non esiste l’una senza l’altra.

Per ogni squadra è così, in qualsiasi angolo del mondo. Per la Roma un (bel) po’ di più. Un concetto troppo spesso sottovalutato, soprattutto negli ultimi mesi. Eppure basterebbe dare uno sguardo alla storia, senza neppure scomodare gli albori: da queste parti non si è mai vinto niente senza unione. La proprietà precedente a quella attuale - pur allestendo spesso formazioni altamente competitive - non è riuscita a godere della gioia del trionfo perché a un certo punto ha creato distanza con i romanisti. Ne ha messo in secondo piano ragioni e sentimenti. Un po’ il prologo di quanto accaduto da gennaio scorso a oggi: nessun tatto nelle scelte, soltanto decisioni improntate a un aziendalismo miope e privo di approcci empatici. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La carta Ranieri ha leggermente riassestato il tavolo, ma non è dato sapere se sia stata giocata per reale convinzione o per concedere la consueta strizzatina d’occhio ai tifosi nel momento di massimo distacco.

Fatto sta che la curva discendente delle presenze allo stadio ha ripreso il suo percorso verso l’alto. E l’allenamento aperto dopo anni di digiuni dai contatti ravvicinati va nella stessa direzione, a metà strada fra due sfide dirimenti per la stagione. Gli strani scherzi di un calendario che con la Roma tende a smarrire la sua asimmetria rimettono in fila la trasferta col Milan e il derby, anche se in sequenza invertita rispetto a un anno fa. Quello che ha dato origine alla valanga resta lì da monito e al tempo stesso da sprone, per sovvertirne gli esiti e compiere una prima, piccola ma grande nemesi. Potrebbe essere simbolica. Esattamente come la possibilità di iniziare il 2025 col più caldo degli abbracci. E da lì in poi creare una storia opposta a quella appena vissuta. Di nuovo in simbiosi, fra la Roma e la sua gente. La Roma È la sua gente. Tutto torna. 

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