Napoli-Roma, pari d’oro ma serviva più coraggio nel finale
Una squadra spavalda e più matura non avrebbe cercato di perdere tempo anche sui calci d’angolo a favore. Ma perchè sono tutti al limite?
L'episodio simbolico della sfida è stato quello avvenuto quasi allo scadere dei tempi regolamentari, con la Roma che finalmente aveva rimesso la testa fuori dal guscio fino a conquistare due calci d'angolo consecutivi che potevano definitivamente stemperare la pressione messa dagli uomini di Ancelotti per tutto il secondo tempo. È lì che forse è emerso quel difetto di mentalità che ancora inchioda la Roma alle sue paure. Lì una squadra matura e spavalda avrebbe potuto anche decidere di cogliere l'occasione e tentare l'inizitiva offensiva, alzando i suoi saltatori di testa fino nell'area avversaria, costringendo il Napoli a preoccuparsi, calciando quei corner per cercare il raddoppio, forzando la sorte nel nome della mentalità che Di Francesco sta cercando da tempo di dare alla squadra, forse anche lui preoccupandosi pure troppo della tenuta difensiva, tanto da non riuscire ancora a liberare definitivamente l'anima più prettamente offensiva.
Così i giocatori della Roma (giustificati alla fine proprio da Di Francesco in questo atteggiamento) hanno deciso solo di provare a far passare del tempo, tenendo il pallone in zona offensiva (sul secondo corner) per quei pochi secondi che sono serviti a El Shaarawy per inciamparci sopra e consegnarlo agli avversari. Lì è ripartita l'azione del Napoli e dopo un altro lunghissimo possesso palla in velocità, si è arrivati ad attaccare prima a destra, poi a sinistra, poi ancora a destra e poi definitivamente a sinistra, con la combinazione volante Insigne-Zielinski, il cross sul filo dell'out per Callejon, la deviazione maldestra che diventa l'assist migliore per Mertens. Un finale beffardo, ma con una forte connotazione simbolica. Sia chiaro, il pareggio è d'oro e quanto meno tiene la squadra in rotta di galleggiamento, dopo la buona prova di Champions e in attesa di una conferma a Firenze, ma se si vuole riprendere il volo bisogna ricominciare a pensare in grande. E magari si vedrà perché poi oggi i (pochi) giocatori a disposizione sembrano tutti al limite delle loro capacità atletiche.
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