Per la Roma

Come fossimo tornati ragazzini assaporiamo l’attesa della sfida

Una partita così genera entusiasmo, non chiacchiere. Un’onda anomala d’eccitazione capace di travolgere un’intera tifoseria senza scampo alla routine della distruzione

PUBBLICATO DA Danilo Per la Roma
28 Aprile 2021 - 18:46

I bambini, quando sono felici, ridono. Quando tristi, piangono. Non fingono, non mediano. Non hanno l'esigenza, l'interesse né la voglia di filtrare le loro emozioni. Poi, purtroppo, arriveranno le paturnie degli adulti a rovinarli ma, almeno fino a quando avranno la forza di non farsi condizionare, loro – vivaddio! – non si rovineranno l'esistenza scendendo a compromessi con la felicità per darsi un tono o, peggio ancora, cercare il marcio in ogni circostanza invece che godersi la gioia del momento. Sapete, allora, un bambino Romanista – il giorno prima di una semifinale d'Europa League con il Manchester – a cosa pensa? Alla partita! All'occasione, all'evento.

Agli undici giallorossi schierati a centrocampo, con la Lupa sul petto, prima del fischio d'inizio. Augurandosi che poi Dzeko faccia subito gol, che Spinazzola voli sulla fascia e che Pellegrini serva l'assist vincente per l'inserimento di Mkhitaryan. Che la Roma sbanchi all'Old Trafford, punto. Scrivendolo, Roma, dappertutto: sul diario, sul banco, sullo zaino e ovunque il suo pennarello – sotto dettato del cuore – possa arrivare. Assaporando, insomma, l'attesa senza sfregiarla con niente altro che non sia l'adrenalina che precede una serata del genere. Non c'è, insomma, un bambino della Roma che ieri, oggi o domani si preoccupi di sapere il nome dell'allenatore della prossima stagione. Nemmeno uno che presti attenzione ai presunti flirt presidenziali, alle beghe da rubagalline che circondano chi di questa squadra non vive ma... sopravvive. Zero.

Manchester Roma. Anzi, Manchester Roma! Già, punto esclamativo. E chiodo fisso come il giorno prima della partenza per la gita, l'inizio delle vacanze, l'arrivo del Natale. Perché una partita così genera entusiasmo, non chiacchiere. Un'onda anomala d'eccitazione capace di travolgere un'intera tifoseria senza lasciare scampo alla routine della distruzione. Come fossimo tornati – tutti – ragazzini...in quell'epoca, magica, in cui ci facevamo meno domande e, nel caso, ci davamo sempre la stessa risposta: FORZA ROMA! Almeno per una volta, questa.

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