L’equilibrio sopra la follia: quella magia delle sensazioni capovolte in poche ore
Nelle Coppe, spesso, il momento vissuto in campionato conta relativamente. Per il risultato più importante contro l'Ajax sarà determinante l'approccio
Nelle Coppe, spesso, il momento vissuto in campionato conta relativamente. E ci basterebbe pensare alla sconfitta casalinga contro la Fiorentina tre giorni prima dell'impresa contro il Barcellona. O al pareggio, forse ancor più desolante, ad Ascoli nel 2007 qualche giorno prima d'andare a sbancare a Lione. Sono sincero: quando è uscito il sorteggio con l'Ajax ho pensato che, nonostante le indubbie difficoltà, l'Amsterdam Arena sarebbe stato il giusto palcoscenico per vedere la prestazione, e il risultato, più importante – fin qui – della stagione. E, su tutti, il mio pensiero è andato a Edin Dzeko: troppi mesi grigi, lo scontro con Fonseca – a posteriori c'è da chiedersi se il muro contro muro sia stato, da parte del tecnico, la soluzione migliore – e, in generale, troppi pochi gol per essere veri. Per non aver voglia, insomma, di andare a riprendersi la ribalta più importante. E perciò, ottimista. Tanto che agli amici, un attimo dopo l'accoppiamento con i lancieri, ho mandato il messaggio: «Se recuperiamo tutti, in Olanda vinciamo 1-3 con doppietta di Dzeko». Entusiasmo giallorosso.
Ecco...peccato che tra il mio ottimismo e la gara di giovedì sera di mezzo ci sia quel piccolo particolare del «Se recuperiamo tutti». Perché, invece, tutti non li abbiamo recuperati neanche per niente. E anzi, ancora una volta la Roma arriverà alla partita più importante dell'anno senza mezza squadra: probabilmente Smalling e sicuramente Kumbulla al centro della difesa (in panchina non avremo un centrale di ruolo), sugli esterni Karsdorp (dentro Bruno Peres e, come alternative, Santon e Calafiori che non giocano da mesi), Mkhitaryan, Zaniolo – ce lo metto e metterò sempre fino al suo ritorno – ed El Shaarawy davanti. Con Veretout appena recuperato. Insomma tutt'altro che le condizioni migliori per andare ad affrontare l'Ajax. E non vale nemmeno più la pena interrogarci se questi indisponibili sia il caso di affibbiarli alla sfortuna – imprecando – o di accollarli a uno dei 71652 colpevoli che ognuno individua (ma non vi manca, almeno un po', il tormentone sui campi di Trigoria?!?) spacciandosi per esperto di preparazione atletica o medicina.
Ci sono. Anzi, non ci sono. Non ci saranno. Rendendo questa partita ancora più difficile. Da cuori forti in campo – una sola richiesta: non vedere approcci stile Roma Napoli, Milan o derby – e pure davanti al televisore. Anche se tanto, come da tradizione, i «Ci faranno a pezzi» pronunciati già da molti sabato sera... via-via con il passare dei giorni (il crescere dell'attesa porta sempre, fateci caso, a improvvise ventate di sicurezza pure dovessimo scendere in campo schierando la Primavera) si trasformeranno, arrivati a poche ore dall'inizio, in «Gliene famo quattro». D'altronde, anche a dispetto dei santi, la chiamiamo Magica... no?!?
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