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Il fattore umano fa ancora comodo

Perché al di là del professionista c’è l’uomo. Non ci può essere soltanto un insieme di numeri. Tu devi sapere come un allenatore ragiona, come si rapporta con il prossimo, come vive le pressioni

PUBBLICATO DA Mimmo Ferretti
24 Marzo 2021 - 12:34

Qui non si tratta tanto di capire come mai un club decida di selezionare un allenatore tramite un algoritmo, quanto riuscire a scoprire i parametri che sono alla base dell'operazione. Escludendo valori tipo: biondo, alto e con gli occhi azzurri, va da sé che si tratta di variabili esclusivamente professionali. Già, ma chi le stabilisce? E con quali sottovariabili? Per individuare, ad esempio, un esterno alto tramite un algoritmo, tu puoi impostare la ricerca mettendoci dentro corsa, resistenza e, perché no?, tiri in porta e numero di cross. Ma chi ci assicura che i cross segnalati siano andati a buon fine? E poi: sono stati effettuati da fermo? O in corsa? Con o senza un avversario davanti? Stesso ragionamento per i tiri verso la porta avversaria: hanno centrato lo specchio o sono finiti in curva? So perfettamente che gli studi più all'avanguardia sono in grado di rispondere anche a simili quesiti, e pure ad altri più minuziosi, ma per scegliere un buon esterno alto non sarebbe più semplice (veritiero?) "studiarlo" solo sul campo? Ecco perché un allenatore individuato tramite algoritmo mi dà tanto l'idea di un "Football manager". Di un tecnico artificiale. Virtuale. Finto? Magari finto no, ma non vero al cento per cento sì.
Ripeto: la scienza statistica ha fatto passi in avanti di portata gigantesca, ma non ti fa parlare, colloquiare, discutere, confrontare con il soggetto messo nel mirino. Annulla il fattore umano. Psicologico. E questo, per me, non rappresenta un vantaggio. Perché al di là del professionista c'è l'uomo. Non ci può essere soltanto un insieme di numeri. Tu devi sapere come un allenatore ragiona, come si rapporta con il prossimo, come vive le pressioni, i successi, le sconfitte. Tutto ciò può trovare una risposta grazie alla risposta di un "procedimento sistematico di calcolo"? Io rispetto la strategia, non rinuncio alle offerte moderne, ma non voglio accantonare quelle del passato, magari dopo averle bollate come inutili. Quindi ok i suggerimenti statistici, ok la selezione scientifica ma non può, anzi non deve mancare una verifica diretta. La Roma, raccontano le cronache, per la sostituzione di Paulo Fonseca si è affidata proprio a una società di statistica. Era già capitato, ricorderete, nella scelta di Tiago Pinto. Portato a Roma tra la sorpresa generale come responsabile dell'area tecnica del club. E, allora, mi chiedo: davvero il nuovo allenatore verrà scelto da un algoritmo e non da chi è stato ingaggiato per scegliere (anche) un allenatore?

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