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Messaggi sbagliati, gli sfacciati procuratori del terzo millennio

Dopo quindici minuti dal fischio d'inizio della prima giornata di campionato, il rappresentante di un giocatore della Roma ha inviato un messaggio particolare

PUBBLICATO DA Piero Torri
25 Agosto 2018 - 09:45

Prima partita di campionato. Il mercato si è chiuso quarantotto ore prima. Gli allenatori hanno giusto il tempo per tracciare un bilancio del lavoro svolto per mandare in campo la formazione ufficiale. Sottolineiamo, la prima partita ufficiale. Dopo ce ne saranno altre trentasette di campionato, minimo sei in Europa per le squadre impegnate nelle coppe, e poi ci sarà pure la coppa Italia. Prendiamo il caso della Roma. Di Francesco fa le sue scelte, consapevole che dovrà sempre farle, visto che a disposizione ha una rosa extralarge. In panchina si siedono Karsdorp, Santon, Marcano, Juan Jesus, Lorenzo Pellegrini, Cristante, Coric, Kluivert, Schick, due nazionali italiani, uno olandese, uno della Repubblica Ceca e tanto altro. Fischio d'inizio. Passano una manciata di minuti, non è scoccato ancora il quindicesimo del primo tempo. Sui display di alcuni noti giornalisti televisivi di mercato, compaiono le parole di un procuratore di uno dei panchinari giallorossi. «Ma come fa il mio giocatore (in realtà fa il nome del suo assistito e scrive anche altro ndr) a non giocare in questa Roma?!?». Non è per niente da escludere che lo stesso messaggio sia stato inviato anche in qualche redazione dove sa di poter contare su qualche giornalista attento alle sue lamentele ma solo per puntare poi ad avere qualche notizia.

Ma davvero è possibile che dopo una manciata di minuti della prima, risottolineiamo la prima, partita di campionato, un procuratore si comporti così? Non solo è possibile, è sicuro. E la cosa non può non suscitare un certo sdegno (eufemismo), magari pure pensando che il giocatore in questione, ragazzo di indiscutibili qualità, in tutto il precampionato era stato uno tra i meno brillanti messi in campo da Di Francesco. Eppure il suo procuratore, dopo quindici minuti della prima partita, si rivolge alle fanfare televisive per cercare sponde pro domo sua. Che fa, si vuole portare avanti con il lavoro? Punta a far capire alla Roma che nel prossimo mercato di gennaio porterà via il suo assistito? Cerca di creare subito un caso che può arrecare solo danno alla squadra? Spera che il risultato della Roma in campo sia negativo per poter dire che aveva ragione lui? Escamotage di piccoli uomini che parlano sottovoce nei corridoi per poi ufficialmente dire tutto il contrario. E ancora, ma perché le società, non vogliamo parlare soltanto della Roma, devono essere ostaggio di questi personaggi da sotto il vestito niente? Di gente che ha solo nel profitto (loro) la ragione di una vita per altri versi da perdenti? E poi questi procuratori da sotto il vestito niente, ma pensano davvero di fare così il bene dei loro assistiti?

Ci sarebbe quasi da consigliare a certi giocatori di pensare seriamente di rivolgersi a qualche altro operatore di mercato in grado di guardare un po' più lontano del suo dito. Crediamo, però, di chiedere troppo. Non abbiamo fatto il nome del procuratore, perché il problema non è soltanto lui, ma purtroppo è parecchio generalizzato. Ci permettiamo di aggiungere solo una cosa. Cioè sconsigliamo lo stesso procuratore a prese di posizione ufficiali. Sarebbe soltanto una confessione.

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