Commenti

Fonseca, dieci partite per lui possono non bastare

Siamo passati, nel giro di un paio di settimane, dal “Fonseca in bilico” al “Fonseca verso il rinnovo”. C’è qualcosa, ne converrete, che non quadra

PUBBLICATO DA Mimmo Ferretti
17 Novembre 2020 - 18:29

Siamo passati, nel giro di un paio di settimane, dal "Fonseca in bilico" al "Fonseca verso il rinnovo". O, per dirla con il mondo social, dall'hashtag "FonsecaOUT" a "FonsecaFOREVER". C'è qualcosa, ne converrete, che non quadra. Come è possibile essere rimasti fino all'altro ieri sul filo del rasoio e essere oggi invece sul punto di poter (dover) continuare, e non si sa neppure per quanto tempo, a fare serenamente l'allenatore della Roma? La verità, come sempre, sta nel mezzo. Non solo lì, però.

I discorsi legati al futuro del portoghese sono, a mio giudizio, legati a doppia mandata con la rivalutazione - che sa di trappolone - in atto nei suoi confronti. Perché adesso la faccenda è diventata che Fonseca deve convincere i Friedkin a farlo restare. Ma, scusate, quand'è che Dan e Ryan hanno realmente messo in discussione il tecnico? Quando avrebbero valutato il suo lavoro: dopo le prime dieci gare della Roma sotto la loro presidenza? Non può essere. Perché se fosse vero questo, non avrebbe avuto senso - visti i risultati – parlare di "precarietà". Così come adesso non avrebbe (ha) senso parlare già di rinnovo.

Si sta correndo troppo oggi, dopo aver corso tanto e a vuoto ieri. Ogni giudizio, positivo e negativo che sia, non può esser formulato dopo dieci partite stagionali: troppo facile, in certi casi, fare una scelta sbagliata, azzardata. Sarebbe troppo comodo - poi - accampare scuse in caso di una mossa toppata.

A Roma si passa dalle stelle alle stalle (e viceversa) con una velocità imbarazzante, esagerata. Basta far bene due, tre partite per sentir parlare di conferma; è sufficiente sbagliare una o due gare per tirar fuori discorsi e ipotesi di licenziamento. E la faccenda vale sia per i calciatori sia per i tecnici. Parlando di Fonseca, appare molto più logico dargli la possibilità di lavorare in maniera serena, senza l'obbligo di dover dimostrare ogni volta il proprio valore. O, perché no?, la propria incapacità.

Ecco perché è forte la mia sensazione che alla prima occasione utile (leggi passaggio a vuoto della squadra) il Fonseca coccolato, rivalutato di queste ultime settimane lascerà il posto all'allenatore incapace di qualche mese fa. Anche se resta da capire fino in fondo, visto che la Roma (sul campo) non perde in serie A da luglio, chi e perché si è divertito a metterlo (soprattutto mediaticamente) in discussione. Restando per ora con nulla in mano, ma con un trappolone da azionare in qualsiasi momento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI