Il pranzo è servito: il bilancio della Roma nei lunch match
I precedenti: quella di ieri è stata la ventesima volta che i giallorossi hanno giocato alle 12.30
Venti. Con quella di ieri a Verona, tante sono state le volte che la Roma ha giocato il lunch time match che poi sarebbe la partita dell'ora di pranzo e non si capisce perché qui da noi si usi comunque la terminologia inglese. Ce ne faremo una ragione. Un'innovazione, quella della partita all'ora di pranzo, ereditata dalla Premier e che nel nostro campionato è stata introdotta nella stagione 2010-11, anche per dare alle televisioni quello che chiedevano le televisioni, altrimenti meno soldi. Il bilancio romanista è piuttosto positivo comprendendo anche la vittoria di ieri a Verona dove contro l'Hellas si era vinto anche nella stagione 2013-14 (3-1 per noi) con un Gervinho in formato extralusso. Nelle venti partite in questione, la Roma è uscita dal campo vincente in dodici occasioni, ne ha pareggiate altre cinque, perdendo in tre occasioni, Torino, Sampdoria e, purtroppo, in un derby (l'unico giocato a mezzogiorno e mezzo). È una media di oltre due punti a partita. Nelle venti gare, i giallorossi hanno realizzato trentasei reti, subendone venti, frutto anche di un paio di pareggi esagerati, due tre-tre, uno sul campo del Bologna, un altro, più recente, a Bergamo contro l'Atalanta con il pareggio finale realizzato con un gran destro dal limite da un ragazzo chiamato Francesco Totti.
C'è un dato particolare da estrapolare da queste partite all'ora di pranzo. Per avere la garanzia dei tre punti, richiamiamo Rudi Garcia. Il tecnico francese nei suoi due anni e mezzo sulla panchina romanista, per sei volte è andato in campo a mezzogiorno e mezzo. Le ha vinte tutte e sei contro avversari sempre diversi, vincendone tre in casa e tre fuori (Fiorentina, Napoli e Genoa all'Olimpico, Verona, Sassuolo e Udinese fuori casa). Nella prima stagione della partita all'ora di pranzo, 2010-11, l'accoppiata Ranieri-Montella, concluse con un bilancio in parità, una vittoria, due pareggi e una sconfitta (Samp). Dopo toccò a Luis Enrique mettersi seduto sulla panchina giallorosso nel primo anno dell'era americana. Solo una volta l'hombre vertical andò in campo con la sua Roma all'ora di pranzo, battendo con la manita (a due) il Novara che quell'anno si era affacciato nel massimo campionato. Bilancio positivo anche per Zdenek Zeman, una vittoria (Atalanta) e un pareggio rocambolesco a Bologna (3-3).
Non positivo invece è stato il bilancio di Luciano Spalletti nella sua seconda esperienza sulla panchina romanista. Con il tecnico di Certaldo che per il resto ha avuto numeri da applausi, i numeri dicono che ne ha giocate cinque quando tutti gli altri si mettono con le gambe sotto il tavolo per pranzare. Ne ha vinte due (Chievo e a Crotone), pareggiata una (Atalanta) e perse due (Torino a casa loro e il derby dopo una partita giocata male soprattutto dal punto di vista tattico). Un ultimo dato che si può dare a proposito, dice che in questi venti gare la Roma ha giocato in trasferta in dodici occasioni.
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