Intervista a Cappioli, 50 anni di cuore Roma: «Il gol al Derby l'emozione più grande della mia vita»
Oggi festeggia il compleanno: «Fare il tifoso è difficile, da calciatore si soffriva di meno. Inter? All'andata li abbiamo demoliti»
Romano e romanista. In campo metteva il cuore quando indossava la maglia giallorossa. Massimiliano Cappioli oggi compie 50 anni. Portati bene. Lo spirito è quello di una volta.
Cappioli, prima di tutto auguri per il suo compleanno...
«Grazie. Mi fa piacere che vi siete ricordati: significa che allora qualcosa alla Roma ho fatto anche io...».
Qual è il segreto per arrivare così in forma a 50 anni?
«Giocare a Paddle».
Basta il Paddle?
«Il Paddle sì. Ma va bene qualsiasi altro tipo di sport. Bisogna sempre tenersi in forma. Il movimento è fondamentale per stare bene: anche giocando a calcetto per esempio. Poi aiuta anche mangiare in modo equilibrato e andare a letto presto».
Ma lei è un esempio di vita...
«Diciamo che da adulto si ragiona meglio rispetto a quando si è ancora ragazzi e si apprezzano tante cose che da giovani sembrano poco importanti. Ma in carriera professionista lo sono sempre stato».
Come trascorrerà il suo compleanno?
«I miei primi 50 anni li passerò in famiglia: ho in programma una giornata tranquilla».
Lei ormai vive tra l'Italia e Bali. Perché ha scelto proprio Bali?
«Avevo due grandi sogni quando ero piccolo: fare il calciatore indossando la maglia della Roma e segnare nel derby era il primo, vivere su un'isola bellissima al caldo perenne il secondo. Dopo aver segnato in quella partita, dovevo realizzare l'altro sogno. Mi considero un uomo fortunato».
Ricordiamo allora quel derby. Quante volte le capita di ripensare al gol segnato?
«Tutti i giorni dell'anno. Vorrei vedere voi al posto mio. si incontra sempre qualcuno che ti ferma e ti dice: "Cappioli, ricordi il gol al derby?". E come non lo ricordo, chi se lo scorda. È come un marchio: ho segnato al derby e abbiamo vinto nel contesto ideale. Ho coronato il mio sogno: gol sotto la Curva Sud, contro una Lazio forte che secondo i pronostici doveva distruggerci, gara trasmessa in diretta sulla Rai: è stato il mio giorno perfetto».
È stato il momento più importante della sua carriera?
«Il giorno più emozionate della mia vita. Potevo anche smettere dopo quella partita».
È veramente difficile per un romano e romanista giocare nella Roma?
«È difficile sì. È difficile perché si vuole dare il massimo in ogni partita, si vorrebbe vincere sempre e far gioire i tifosi. Ma poi in campo non è detto che ti riesca quello che vorresti fare, c'è anche un avversario. Quando le cose vanno male si soffre. Romani e romanisti si è nella buona e nella cattiva sorte. Prendiamo come esempio Daniele De Rossi: è di Ostia come me, romanista, sente il derby più di ogni altro. Quando le cose vanno male è il primo a pagare».
La sua Roma aveva giocatori importanti. Non pensa che abbia fatto meno di quanto avrebbe potuto?
«Anche la Roma di adesso non vince, sono parecchi anni ormai che non ci riesce. Ma rispetto ai miei tempi disputa la Champions League. Una volta in Coppa dei Campioni andava solo la prima, la mia Roma non l'ha mai giocata. Eravamo forti. Una bella squadra. Ma a Roma vincere uno Scudetto è davvero difficile».
La Roma attuale. Come la vede?
«È partita bene poi sono arrivate le feste di Natale e come sempre dicembre si è confermato un periodo tremendo. Maledetti panettoni. La squadra è forte, ha bravi giocatori che però non stanno rendendo per quello che valgono. O meglio prima di dicembre andavano forte, poi ci siamo bloccati. Ora per lo Scudetto è dura, anche quest'anno vincerà la Juventus perché è la squadra più forte e non sbaglia mai contro le piccole squadre. La Roma invece da parecchi anni a questa parte stecca sempre le gare che dovrebbe vincere più facilmente. Perdiamo troppi punti con le formazioni inferiori, è questo il problema più grande. Ora dobbiamo concentrarci sul girone di ritorno, ci sono ancora tante gare da giocare: a parte la Juve che resta un gradino più in alto, nessun'altra squadra ci è superiore».
Vedrà Inter-Roma?
«Certo che la vedrò. Dobbiamo riprenderci quanto ci hanno tolto all'andata. La ricordate quella gara? Dovevamo vincerla, li abbiamo demoliti. Ma il calcio a volte... A San Siro possiamo fare risultato. Giocare in quello stadio è stimolante. Io ho segnato lì, all'Inter...».
E allora ricordiamolo quel gol...
«Mancava poco alla fine, stavamo perdendo 2-1 dopo esser passati in vantaggio. Ci fu un tiro sporco di Mihajlovic, io arrivai da dietro a fari spenti. Spizzata, palla all'angolino e gol: 2-2».
Domenica chi sarà decisivo?
«Nainggolan. È fortissimo, ha fatto sacrifici per restare alla Roma. Io lo metterei sempre in campo anche con una gamba sola e con qualche sigaretta in più in corpo».
Ancora buon compleanno Cappioli...
«E ancora grazie. Vi faccio un grosso in bocca al lupo per "Il Romanista". E saluto tutti i tifosi giallorossi. Fare il tifoso è tosta, meglio fare il calciatore, si soffre di meno. Adesso che sono tifoso a tempo pieno me ne sono reso conto. Da calciatore non lo capivo fino a questo punto. Quando ero in campo rosicavo di meno».
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