Tanto tuonò che non piovve
Con il senno di poi, chiunque ha a cuore le sorti della Roma avrebbe scelto diluvi, bufere e possibili rinvii, al posto dell’ennesima raffica di infortuni
Dal meteo agli infortuni. Sempre di emergenza si tratta e se la prima si è rivelata fin troppo allarmistica, la seconda è ora fin troppo realistica. Con il senno di poi, chiunque ha a cuore le sorti della Roma avrebbe scelto diluvi, bufere e possibili rinvii, al posto dell'ennesima raffica di guai fisici che sembrano volere a tutti i costi convergere sulla squadra di Fonseca. E almeno metaforicamente piove sul bagnato, con ulteriori recisioni ai reparti già prima del match di Marassi più falcidiati: mediana e attacco. Tanto che Dzeko è stato costretto a sostituire il suo sostituto naturale, indossando la mascherina e sacrificando la sua visione di gioco, che non avrebbe potuto irradiare a 360 gradi come sempre.
Lo stesso stakanovista Cristante - mai un ko negli ultimi cinque anni - è durato una manciata di minuti in campo, costringendo Fonseca a far ricorso a un atto di pura necessità tattica, con Pastore sulla linea dei due mediani. Un quadro che si aggiunge alla cornice barocca e poco gradevole di un'infermeria che ormai da settimane presenta il "tutto esaurito" all'ingresso. Nonostante defezioni, squalifica del tecnico, giocatori fondamentali a mezzo servizio, la squadra avrebbe però potuto e dovuto fare di più.
Di fronte aveva una Sampdoria più che claudicante, messa in campo da Ranieri "l'aggiustatore" in modo ordinato quanto scolastico: era lecito attendersi qualche tiro nello specchio della porta di Audero o almeno un filo in più di coraggio nella fase offensiva. Basti per tutti l'esempio dell'ultima azione del primo tempo: quei secondi lasciati scorrere in un inopportuno possesso palla sulla trequarti avversaria, anziché tentare il tutto per tutto scaraventando il pallone in area. Le gare dure come quella del Ferraris si sbloccano anche cercando l'episodio, la spizzata, la deviazione. Alla Roma questo genere di malizia manca ancora: lacuna che va colmata quanto prima. In fondo c'è poco dolce. Troppo neutro il sapore del punto per placare la fame dei due mancanti.
C'è però un amaro già provato troppe volte per continuare a restare in silenzio. Lasciato in coda non per importanza, ma per non dare adito alla storiella stantia degli alibi. La gestione dei cartellini però sta assumendo i contorni del grottesco: le due ancate soft di Kluivert punite col rosso, a fronte del giallo per la gomitata di Bertolacci a Zaniolo o del nulla per i fallacci di Quagliarella, Murru e Vieira (già ammonito) gridano vendetta. Ma basterebbe giustizia. Almeno da chi deve giudicare.
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