Un incubo da scacciare. Ma servono gli uomini
Nel momento peggiore di ieri sono mancate le gambe, per difetto di carattere. Il più lucido resta Di Francesco: non bastano i buoni giocatori
Quando alla vigilia della doppia sfida con le torinesi avevamo provato ad immaginare due scenari contrastanti (una doppia vittoria/una doppia sconfitta) con le conseguenze opposte che gli eventi avrebbero determinato, un po' per esorcizzare i brutti pensieri e un po' per non dimenticare nei giorni di festa quanto il calcio sa essere spietato, non avremmo mai pensato che l'eventuale doppio ko avrebbe portato quale ulteriore conseguenza lo smarrimento definitivo di una squadra che fin lì stava facendo di nuovo sognare una città.
Certo, i campanelli d'allarme dei pareggi di Genova e col Chievo e un paio di vittorie non esattamente travolgenti (con Spal e Cagliari) ci tenevano ancorati a terra, prima ancora della consapevolezza che storicamente come romanisti non abbiamo mai avuto alcun tappeto rosso steso davanti al nostro orizzonte. Ma immaginare che dopo l'eliminazione in Coppa Italia e la sconfitta con la Juventus sarebbero arrivate anche la mezza dormita col Sassuolo e la sconfitta conl'Atalanta sarebbe stato troppo anche per le menti più pessimiste. E invece è accaduto. Ancora una volta, dall'esaltazione si è arrivati alla depressione senza tappe intermedie con una straniante picchiata.
Inutile oggi appellarsi alla sfortuna, che pure dispensa a larghe manciate le sue dosi tutte insieme, o alle residue virtù di un gioco esaltato da tutti fino a venti giorni fa e oggi difeso da pochissimi. Forse la strada giusta l'ha tracciata ancora una volta l'allenatore ieri in sala stampa: «Magari ora faremo delle scelte non più solo sui giocatori ma anche in base allo spessore degli uomini». Di Francesco, che ha ovviamente le sue responsabilità sia nella sconfitta di ieri (basta leggere qui accanto) sia nel momento negativo della squadra, sembra ancora il più lucido:ieri nel primo tempo sono mancate soprattutto le gambe a chi era in campo e non per scarsa preparazione atletica, ma per scarsa virtù caratteriale. L'Olimpico che romba può diventare un incubo da scacciare con un gesto della mano o sotto il quale crollare cercando mamma. Ieri sono crollati. Ma c'è tutta una seconda parte di stagione da giocare. Ora servono gli uomini.
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