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La generosità che serve

La Roma deve essere un’azienda ma non può essere trattata, da nessuno, come una azienda. Cuore e cervello hanno il dovere di camminare insieme

PUBBLICATO DA Luca Di Bartolomei
19 Giugno 2019 - 14:28

A Francesco Totti bisogna voler bene anche quando fa cose come quella di lunedì. Cose che, da un lato, dimostrano quanto ami la Roma e quanto vorrebbe essere sempre a sua disposizione ma che dall'altro dimostrano anche quanto ancora non fosse pronto per assumere un ruolo che pure gli era stato offerto. Penso ad esempio alla vicenda Conte: perché sapere che due altissimi dirigenti abbiano sondato l'allenatore salentino consci delle sue aspettative sul mercato senza ricordare che per quanto fuori dall'obbligo di pareggio di bilancio, la Roma non può operare che entro un disavanzo di 30 milioni a triennio sul pareggio di bilancio, mi lascia molto perplesso. Anche per questo credo che da parte di tutti, ci sarebbe bisogno di molto più amore nei confronti dei tifosi della Roma che stanno soffrendo come bambini quando vedono i genitori che si separano. Più amore ma anche più umiltà. Mi pare infatti che l'ennesimo dramma che stiamo vivendo non possa che avere, dentro Trigoria, molti colpevoli e pochissimi innocenti. La Roma deve essere un'azienda ma non può essere trattata, da nessuno, come una azienda. Cuore e cervello hanno il dovere di camminare insieme magari migliorandosi l'un l'altro.

Anche per questo viva Fonseca ma forse le vicende Mister Ranieri e De Rossi andavano gestite in maniera più lungimirante. Anche per questo è stato un errore enorme definire pubblicamente la Roma come una azienda. Le aziende fanno prodotti e servizi. La Roma mi regala emozione ed io la amo. E chiunque la rappresenti, in campo o dietro una scrivania deve avere rispetto di ciò che provo. Deve farla camminare, puntuale come un orologio; ma deve accarezzarla con la dolcezza e il trasporto con il quale un figlio vorrebbe venisse trattato il padre anziano o il figlio ammalato. La Roma è qualcosa che non si possiede ma che si lascerà in eredità. Per questo credo anche che se in questi anni abbiamo avuto una squadra che ha veleggiato - pur senza trofei - tra le prime in Italia e le prime 16 in Europa lo dobbiamo anche a persone come Pallotta, Baldini (sì, proprio Baldini) e Baldissoni. Certo, anche loro hanno fatto errori come tutti quelli che agiscono, prendendosi delle responsabilità. Azioni che se saranno vittorie apparterranno a tutti. Ma delle quali, diversamente, saranno chiamati da soli a sopportarne il peso. A me, quelli che profetizzano l'arrivo di sceicchi o si augurano lo sbarco di bisce e serpentelli, spaventano molto per superficialità e arroganza. Infine due consigli non richiesti: il primo riguarda il generico richiamo al popolo giallorosso alla testa del quale si vorrebbe scacciare questa o quella proprietà. Mi permetto di dire qualcosa di molto pericoloso prima ancora che brutto perché passerebbe ancor di più per un solco fra Roma i suoi tifosi. Pericoloso anche per chi lo agita: perché si può legittimamente ambire ad organizzare cordate e tentare scalate. Ma non così. Il secondo è diretto a Pallotta: Presidente lasci passare un pò di tempo ma poi si faccia un paio di cene romane: una con De Rossi che visto da fuori in società servirebbe tanto ed una con Totti che è un asset formidabile per la Roma nel mondo. Lei, che è un uomo di sport e business, saprà trovare le parole per rammendare uno strappo di, mi auguro, cui presto ci dimenticheremo.

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