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Lettera a Ranieri, andiamo insieme all'origine del caos

Daniele Lo Monaco scrive all'ex allenatore della Roma, interpellato giovedì scorso dai cronisti presenti a Cava de' Tirreni anche sull'articolo di Repubblica

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
08 Giugno 2019 - 08:51

Buongiorno mister Ranieri e grazie ancora per le parole di affetto che ha riservato a tutti i tifosi della Roma anche nella sua ultima intervista, quella concessa giovedì ai cronisti presenti a Cava de' Tirreni. Il legame tra ogni tifoso della Roma e lei è certamente indissolubile e non sarà stata certo la mancata qualificazione alla Champions League a metterlo in discussione. Lei è sicuramente il meno colpevole per il disastro sportivo (citando il presidente Pallotta) di quest'ultima stagione. Ha provato a fare quello che un buon padre di famiglia avrebbe fatto: serrare i ranghi, stringere le fila, chiudere i porti all'attracco dei bastimenti avversari. Non è bastato, ma non gliene facciamo una colpa. Forse è stato chiamato troppo tardi, forse non doveva essere chiamato per niente, nessuno potrà mai sapere con certezza che cosa sarebbe successo se... Nel calcio esistono i fatti, con le chiacchiere possiamo essere tutti bravi. Ma per lei parla la sua carriera.

Proprio per il rispetto che le si deve, corre l'obbligo però di chiederle maggior chiarezza su una vicenda che sta davvero nel cuore di ogni tifoso. Rispondendo a una domanda dell'incalzante Assogna (che bello quando un cronista fa le domande che si aspetta la gente, che bello quando gli interlocutori non battono ciglio e rispondono come ha sempre fatto lei con la signorilità che le viene universalmente riconosciuta), lei ha detto che tutti sanno chi sia la fonte che ha ispirato la durissima ricostruzione di Repubblica di qualche giorno fa, quella intitolata "La rivolta di De Rossi e tre senatori contro Totti". Citando le sue testuali parole: «Mi è sembrato un articolo fatto ad hoc, fatto da chi voleva fare un po' di caos. Da dove è nato? Lo sappiamo tutti e sicuramente lo sanno anche i tifosi». Ora, posto che tutti i tifosi hanno capito che chi ha fatto quella volgare spiata voleva ingenerare nuovo caos nella Roma in un momento già molto delicato, sarebbe interessante lanciare un sondaggio tra di loro per chiedere se realmente sanno a chi sia dovuta l'ispirazione. Qui sorgono dubbi. Personalmente ho lavorato con molta attenzione alla vicenda e avendone ricostruito – previa consultazione di quasi tutte le parti interessate – praticamente ogni aspetto mi sono convinto (e ne ho scritto sul Romanista) che difficilmente un tifoso possa aver capito chi sia stata la fonte dei colleghi Bonini e Mensurati.

Perché all'origine di questa storia c'è una vicenda di mestizia personale talmente misera che quando l'ho scoperta (con prove inossidabili) ho pensato che non poteva neanche essere raccontata sul giornale, solitamente così puntuale nelle ricostruzioni che riguardano la Roma. Perché i soggetti coinvolti non rivestono alcun profilo di reale interesse per i lettori. Eppure lei dice che i tifosi hanno capito. E allora sorgono altri dubbi. Perché lei dice di sapere chi è stato. E avrà sicuramente raccolto testimonianze univoche dentro Trigoria. Dunque, la persona che ha fatto quella soffiata (peraltro malamente raccontata, visto che un'opinione personale di un preparatore atletico è stata "accollata" al più fedele dei giocatori della storia della Roma) è stata beccata con le mani nella marmellata (in un bar). Ma siamo sicuri che parliamo della stessa persona? Così ci fa venire i dubbi. E allora la invitiamo ad un atto di chiarezza: ce lo dica lei chi è. Perché sappiamo entrambi che si tratta di un'ex dipendente della società. È d'accordo?

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