Atletico Madrid-Roma: scalpita Gonalons, Monsieur mercoledì
Lorenzo Latini ci racconta una curiosa statistica sul centrocampista francese ex Lione
Ricomincio da zero. Non da tre, come Troisi. Perché Maxime Gonalons da Vénissieux, quando ha firmato conla Roma ad inizio luglio, ha fatto tabula rasa. O meglio, ha voltato pagina. E ha iniziato un nuovo capitolo del suo romanzo personale, deciso a far sì che segni una svolta decisiva all'interno della trama. «All'inizio è stato un po' difficile. Arrivavo da Lione, dove avevo trascorso diciassette anni: non conoscevo affatto l'estero, ma mi sono messo subito in gioco. Il club è stato fantastico con me, la mia famiglia si è immediatamente trovata a suo agio a Roma - ha detto Gonalons in un'intervista al quotidiano francese L'Équipe -. Quando ho capito che il Lione voleva dare inizio ad una nuova era, ho colto l'occasione: la chiamata di un club come la Roma non arriva tutti i giorni». Quando Monchi lo ha prelevato dall'Olympique Lione per 5 milioni di euro, tutti hanno elogiato il ds spagnolo. Il rapporto qualità/prezzo ha fatto sì che il suo arrivo a Roma venisse indicato come un piccolo capolavoro di calciomercato. Ventotto anni, oltre cinquanta partite in Europa, capitano di una delle squadre più importanti della Ligue 1. Un profilo perfetto per completare un centrocampo che già vantava gente del calibro di De Rossi, Strootman e Nainggolan.
All'ombra del Colosseo Gonalons, come un novello Clark Kent che si rifugia nelle cabine telefoniche per cambiarsi e diventare Superman, ha indossato l'abito da sera. Da mercoledì sera, per la precisione. Chiamatelo Monsieur Mercoledì. Perché finora ha totalizzato cinque partite con la Roma: quattro di queste si sono disputate di mercoledì. E oggi, nell'ottica del turnover a cui Di Francesco ci sta ormai abituando, potrebbe arrivare la quinta. L'esordio assoluto in gare ufficiali c'è stato il 20 settembre, nel turno infrasettimanale di Serie A a Benevento. Novanta minuti in cui ha fatto mostra delle doti per cui è stato acquistato: visione di gioco, capacità di verticalizzare e di dettare i tempi. Una settimana dopo, contro il Qarabag, un'altra buona gara, seppur macchiata da un pallone perso sulla trequarti giallorossa che ha permesso agli azeri di segnare. Ma uno con la sua esperienza sa che gli errori fanno parte del gioco: «C'è sempre bisogno di migliorare. In Italia il campionato è molto tattico, l'avversario ti pressa, non si ha molto tempo per giocare. Bisogna avere la lucidità di non perdere il pallone, soprattutto nella zona dove gioco io, davanti alla difesa». Lezione imparata, dunque. A Stamford Bridge–ancora una volta di mercoledì,ça vasansdire– ha guidato insieme a Kolarov e Dzeko la rimonta e l'impresa sfiorata. A dimostrazione del fatto che l'ambientamento procede bene e che il francese sarà una risorsa utile nelle continue rotazioni attuate dal tecnico. Non è più il titolare inamovibile che era in Ligue 1, ma Maxime non se ne fa un cruccio, anzi: «Dovevo rimettermi in gioco. È la prima volta che arrivo in un nuovo club, che scopro una nuova cultura e una nuova lingua. Ma io e la mia famiglia siamo molto felici a Roma. In qualche modo riparto da zero. In Italia non ero molto conosciuto, quindi devo dimostrare le mie qualità.Poi davanti a me c'è un giocatore emblematico, De Rossi, il capitano.Conoscevo le difficoltà che avrei incontrato venendo qui, ma volevo mettermi in gioco. Questo cambiamento mi ha fatto molto bene».
"Non, je ne regrette de rien" insomma, come cantava Edith Piaf: nessun rimpianto. Anche perché è arrivato nella Roma, in un ambiente che lo ha colpito fin dal primo istante: «L'organizzazione attorno al club è incredibile. Si fa di tutto affinché i calciatori possano pensare soltanto al calcio. La Roma è un'istituzione, un passo avanti per me: so che mi darà molto, e io voglio dare altrettanto». Parole da leader, entrato nello spogliatoio in punta di piedi, con umiltà. Gonalons non pretende spazio, sa che deve guadagnarselo in allenamento, giorno dopo giorno. Tiene lo smoking dal mercoledì sera nell'armadio, ben stirato. E quando Di Francesco gli ha chiesto di indossarlo anche di domenica, come accaduto a Firenze, l'abito si è rivelato adatto a tutte le stagioni e a qualsiasi giorno della settimana. «Vogliamo arrivare il più lontano possibile in tutte le competizioni. Abbiamo una squadra di qualità e penso che la concorrenza sia sana. Giochiamo tante gare e c'è bisogno di tutti. In Champions siamo capitati nel gruppo della morte, eppure ora siamo in una buona posizione per qualificarci alla fase successiva». Oggi è mercoledì e la Roma si gioca una fetta di qualificazione. Maxime liscia il vestito: stasera a Madrid potrebbe essere utile.
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