Questione di priorità
Per una volta l'impegno più importante non sarà quello ravvicinato ma il successivo. La Roma non ha mai vinto col Bodø: nel calcio come nella vita, c'è sempre una prima volta
Una papera gigantesca e un autogollonzo degno del premio Pippone d'Oro 2022, non possono/non devono cancellare quanto di buono la Roma aveva proposto prima della trasferta in Norvegia. Vietato non tener conto di quanto accaduto sulla moquette lercia e bitorzoluta di Bodø, ma vietato pure gettare a cuor leggero il pacco mezzo vuoto nei cassonetti dell'indifferenziata di Bodø. E rimettere tutto e tutti in discussione.
Se non era esclusivamente bello e scintillante (non lo è stato, in realtà) quanto confezionato nelle ultime dieci giornate di campionato, non può essere completamente brutto e deprimente (il risultato lo è stato, sì) quanto accaduto giovedì scorso in Conference League. La Roma in Norvegia si è suicidata, regalando due gol agli avversari che per meriti propri non avevano mai messo realmente in pensiero Rui Patricio prima del gol (gol?) dell'uno pari. È cronaca, questa. E non è neppure cronaca di parte. Il Bodø ha vinto la partita, quindi onore al Bodø ma la Roma non deve pensare di aver chinato il capo di fronte a un avversario che l'ha ammazzata (sportivamente, sia chiaro). La Roma non può/non deve dare nulla per scontato in maniera eccessivamente positiva in vista della partita di giovedì prossimo all'Olimpico, ma non deve/non può neppure ipotizzare che l'impresa (sic...) di eliminare i norvegesi non sia alla sua portata. E non conta, a mio giudizio, star lì a ricordare ogni due secondi che il Bodø alla Roma ha già segnato dieci gol in tre partite: a me piace pensare, invece, che in tre gare la Roma non ha mai (ancora) vinto. E che nel calcio, come nella vita, c'è sempre una prima volta. A patto di farlo con due gol di scarto. Fino a un anno fa sarebbe bastato l'uno a zero per la qualificazione, ma ti pare che le nuove regole non andavano a penalizzare la Roma? Scherzo, ovviamente. Ma mica tanto...
Hai voglia, adesso, a dire: prima però c'è la Salernitana... Certo che prima c'è la Salernitana, ma - nello scorrimento della stagione della Roma - oggi non c'è paragone tra l'importanza della sfida di giovedì e quella legata alla partita contro i campani. Nel calcio si sostiene - a ragione - che l'impegno più importante sia sempre quello ravvicinato: consentitemi di affermare, anche solo per una volta, che per la Roma quello più decisivo sarà il secondo, quello successivo. Non battere la Salernitana non potrebbe mai essere paragonabile all'eliminazione in coppa da parte del Bodø. O no? Il campionato, al momento, viene dopo la Conference League: la Roma sa che dopo la Salernitana dovrà affrontare il Napoli, ma non sa se dopo aver giocato contro i norvegesi potrà continuare a esibirsi ancora in Conference. E la differenza mi sembra sostanziale. Daje.
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