Non è certo la Roma a essere cambiata...
Non esiste una frase più superficiale di quella che termina con «Il peggiore di sempre». Anche perché la Roma brutta non c’è stata mai
"Il peggiore di sempre", finalmente l'ho scritto pure io. Mi sono tolto un peso, quasi una liberazione per essere alla moda e non sentirmi da meno, di meno. Ma bada bene, "Il peggiore di sempre" va detto tutto d'un fiato e con convinzione per sentirsi al passo con i tempi e questi, di tempi, sono quelli in cui molto spesso una opinione se non la estremizzi non sei nessuno. E, allora, cosa meglio di queste quattro parole con cui è possibile innescare una mirabolante e interminabile escalation verso il basso, un pozzo senza fine come se, tutto d'un tratto, il passato – al cospetto del presente – diventasse leggenda.
"Il peggiore di sempre", pensateci, è come la giacca blu: va bene su tutto. Per tutto. E figurarsi, allora, se non calza a pennello pure per il gioco della Roma. Che se fino a dieci mesi fa era quello di Fonseca "Il peggiore di sempre", ora è quello di Mourinho. Che se fino a dieci mesi fa guardando la Roma di Fonseca «Mi sono annoiato al punto che ho spento il televisore», ora vale lo stesso con quella di Mourinho. Lo so, verrebbe facile dire di non riaccenderlo proprio quel televisore se certa passione è così suscettibile, ma preferisco investire qualche riga nel sottolineare che i due tecnici hanno idee di calcio differenti su tutto… perciò strano, no?!? Non è il modo di giocare, allora, il punto. Il punto è questa – noiosa – esigenza di radicalizzare i giudizi, la necessità di estremizzare, di SOSTENERE SEMPRE LE PROPRIE IDEE IN MAISCUOLO per convincere sé stessi prima ancora degli altri. Perché quel peggiore di sempre mica investe solo il gioco: magari! La Roma, tutta! Anno dopo anno. E se capita qualche foto del passato più o meno recente, statene certi, quella sì che invece di squadra «Ce metteva er core» e ci faceva divertire…pure se poi arrivava decima.
Ma non sarà, allora, che quelle squadre vengono ricordate sempre migliori di questa solo perché si era più giovani e più leggeri? Ma non sarà che il tempo ha staccato i poster dai muri delle camerette e oggi, a ripensarci, quel passato è avvolto sempre da un alone di poesia figlio però non del rendimento in campo, ma dall'entusiasmo di quel periodo, di quelle sensazioni e stati d'animo? Sapete che c'è? C'è che non esiste una frase più superficiale di quella che termina con «Il peggiore di sempre». Anche perché la Roma brutta non c'è stata mai.
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