Ci hanno detto di aspettare, aspettiamo
La squadra è giovane, a parte due o tre trentenni, e ci vuole tempo. Ricordate il campionato 1981/1982 e imparate ad avere pazienza e a guardare avanti
Quando ho sentito che avremmo affrontato il Bodo Glimt ho detto "meno male, è una squadra che non ho mai sentito nominare in vita mia, dovrebbe essere un confronto agevole per la Roma". E invece è stato un confronto agevole per loro, abbiamo preso 8 gol in due partite, manco contro il Boca Juniors. Ma andiamo per ordine: prima della partita col Milan ci troviamo davanti ad un turno super favorevole; la simpaticissima Atalanta ha pareggiato, la Juve ha perso, e mi chiedo: potranno i bambini romanisti andare a dormire contenti stanotte? Ovviamente no. Contro la squadra di Pioli per almeno un'ora la Roma il pallone non lo vede mai. I rossoneri hanno comunque un sacco di soluzioni, hanno inoltre qualche fenomeno nei reparti, e alla fine penso pure che vinceranno lo scudetto. Poi sul rigore per loro il fallo lo fanno loro a noi, c'è un rigore per noi che l'arbitro (come da regolamento) non ci riconosce, ma di base perdiamo contro una squadra che, come ho potuto constatare in coppa, non è tutta questa meraviglia. Quindi la sconfitta col Milan va tenuta nella giusta considerazione prima di affrontare criticamente la partita di coppa.
Per quello che riguarda il turno di Conference, meno male che la sera lavoro. Ma meno male per davvero. Meno male che il lavoro mi ha risparmiato di stare in mezzo ai 40 mila e più che hanno colorato l'Olimpico ieri, di dover essere ancora una volta uno di quelli che litigano a casa per andare alla partita due volte a settimana, che ci rimettono soldi e tutto il resto per assistere ad uno spettacolo del genere. Primo gol loro assurdo, il secondo del tipico elemento che doveva essersi mimetizzato per poter eludere ogni marcatura. Poi certo ci sono sviste arbitrali, pali e le solite cose che ci riguardano. Però vi dico che adesso dobbiamo stare calmi e che non è pensabile bruciare anche questo allenatore. Anche perché dopo c'è rimasto Kloop, Guardiola, Ancelotti, e poi possiamo pure chiudere.
Ci hanno chiesto di aspettare e noi dobbiamo aspettare; la squadra è giovane, a parte due o tre trentenni, e ci vuole tempo. A proposito di Ancelotti, mi ricordo di un Roma Fiorentina all'Olimpico, era l'autunno del 1981, la partita del tacco del Divino Falcao per bomber Pruzzo. Ad un certo punto Carletto si spacca il ginocchio. Crociati. Entra Maggiora. Fu quello l'inizio di una stagione segnata dalla sfiga e dagli infortuni. La Roma era già lassù dall'anno precedente (quello del gol di Turone), ma fu necessario aspettare. E noi aspettammo. A modo nostro: ogni domenica 60.000 persone allo stadio. E basta. Fino al trionfo nel campionato successivo. Adesso un allenatore ce lo abbiamo. In una città sana la stampa, in un momento del genere, proteggerebbe la squadra, ma noi non siamo una città sana, si sa. Allora la parola d'ordine è stare calmi e andare allo stadio. Ricordate il campionato 1981/1982 e imparate ad avere pazienza e a guardare avanti. Nei momenti di confusione, per capire il futuro è sempre buona norma non dimenticare mai il passato. Daje.
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