Lost in translation
Non esiste alcuno scandalo nelle parole di Schick. Ha ribadito un concetto ancestrale per qualsiasi calciofilo: più su di tutte restano Real, Barcellona e United
Molto rumore per nulla. O quasi. Perché Patrik Schick qualcosa di fragoroso l'ha pronunciato davvero («Qui è il meglio per me») nel corso dell'intervista rilasciata al magazine ceco Reportér e diventata nel giro di poche ore "pietra dello scandalo". Il fatto è che non esiste alcuno scandalo nelle parole - fin troppo schiette, basta leggerle tutte per percepirlo - di un ventunenne che ribadisce un concetto ancestrale per qualsiasi calciofilo del globo: più su (di tutte, non soltanto della Roma) restano Real Madrid, Barcellona e Manchester United. Nessuno scandalo, ma un lancio di pietre (metaforico,che è già troppo) sì. Quantomeno da una parte di ambiente sempre pronto a enfatizzare le colpe, anche se presunte. Mai a proteggere. È l'enorme distanza che intercorre fra una piazza carica d'amore e una sovraccarica di livore. Fra quella al fianco della squadra sempre e comunque anche negli anni bui, e questa che sembra sopportarla, più che supportarla.
Un ambiente tutto chiacchiere e diversivo. Soprattutto quando la Roma vola, come accade molto spesso negli ultimi tempi. Anche in questa occasione, dopo una settimana di doppia goduria fra il Chelsea travolto e Firenze violata, non si è trovato di meglio che estrapolare uno stralcio della lunghissima intervista, per sottintendere un malcelato fastidio di Schick fra le mura di Trigoria. «Spero di potermi trasferire tra qualche anno in un club ancora migliore, dove sarò pagato meglio», è stata la prima versione diffusa nella tarda serata di lunedì. E siccome "chi mena per primo mena due volte", questa è rimasta la versione ufficiale fino alla reazione stizzita dell'attaccante sui social: «Chi ha fatto la traduzione? Non capisci un c... di ceco», e anche oltre, quando è stata diffusa la versionecorretta dell'intervista: «Penso sia molto difficile arrivare più in alto di così. Forse restano un paio di club». Appunto Real, Barça e United. Pronunciato col sorriso, come rimarcato nel testo dal cronista, con l'aggiunta di un eloquente «lo sapete», per rimarcare l'ovvietà del concetto.
Il Bob magistralmente interpretato da Bill Murray nel capolavoro di Sofia Coppola, aveva sempre la sensazione che mancasse qualcosa nelle traduzioni degli interpreti. Chiunque può leggere qui di fianco la versione integrale dell'intervista, per comprendere quanto sia mancato il senso profondo delle parole di Patrik nelle interpretazioni del giorno dopo, al di là delle trasposizioni più o meno fedeli in italiano. Quando si è dichiarato sbalordito di quello che ha trovato alla Roma, che non pensava «nemmeno potesse esistere». Poi ribadito dal post della serata: «Sono orgoglioso e felice di essere qui». Così, tanto per chiudere tutti i rimestatori del torbido in un vicolo. Ceco.
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