Senza niente
Senza anima, senza gambe, senza testa, senza alibi. Di Francesco chiedeva una grande risposta, il risultato è una grande domanda: dov'è la Roma?
Di Francesco si aspettava una risposta, anzi una grande risposta invece adesso c'è solo una grande domanda: dove sta la Roma? Al di là del gol che fa malissimo al 95', al di là pure della sconfitta: come si fa a giocare il primo tempo di ieri? Come si fa a giocare il primo tempo con l'Atalanta? Si parlava di anima, si sperava nell'anima, ma non solo dell'anima non c'è traccia, nemmeno del corpo per una squadra sulle gambe, senza mordente, stanca anche mentalmente, senza cambio di marcia. Si è detto per cinque giorni che l'Atalanta valeva il Real Madrid per la condizione atletica, poi due giorni dopo è stata eliminata dai preliminari dell'Europa League non esattamente dal Real Madrid, e il Milan che ne ha presi tre nel secondo tempo dal Napoli ci ha battuto all'ultimo secondo.
Pure non avessero segnato l'impressione era evidentissima: noi sulle gambe loro a cercare di vincerla con gli strappi. Donnarumma al 93' si sbrigava a rimettere la palla dal fondo perché forse in campo era evidente che la Roma stava in ginocchio. Anche fuori dal campo era evidente. È tutto così evidente quando non si vede niente. Senza anima, senza corpo e anche senza testa. Né capo, né coda. Non c'è difesa. Non ci può essere. Né ci deve essere: gli alibi non servono. Anche perché gli alibi non ci sono. Questa squadra lavora insieme da quest'estate, i giocatori al Mondiale sono stati pochi stavolta, l'allenatore è quello dell'anno scorso, nemmeno il mercato può dare il totale di quello che si è visto ieri e con l'Atalanta, perché il totale è niente. E Kluivert, Nzonzi, Cristante, Pastore eccetera non possono valere niente. In due partite sono stati cambiati tre moduli, dopo che per due mesi si è lavorato e si è pensato soprattutto con e su uno. Non è da deboli cambiare, anzi, ci mancherebbe, semplicemente però il cambiamento ha portato allo stesso risultato: più o meno niente.
Come se ne esce? Non lo so, ma se ne deve uscire. Ovviamente tutti - società, allenatore, giocatori - debbono assumersi le rispettive responsabilità, ovviamente tutti devono solo lavorare, ma proprio perché questo è "ovvio" che non può bastare. È già solo una palla scriverlo. Mentre la stretta al cuore al 95' di ieri è ancora qui che morde e fa male. È amaro, è fiele. Fa male. Forza Roma.
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