Tra palchetti e irrealtà: se la soluzione diventa un problema
Occhio alle presunte verità, a chi deve mettere il cappello, dividere o ostacolare un'innovazione fatta per i tifosi
Vietare a una persona che in passato ha sbagliato (daspato o pregiudicato che sia) di poter salire su un palchetto per far cantare altre persone per la Roma, non solo è al limite della costituzionalità e senza il minimo buon senso, ma peggio. Assurdo? Peggio. Ridicolo? Peggio. Provocatorio? Speriamo di no.
Speriamo che non sia vero, ma se non è vero come si può aver pensato e immaginato una cosa simile? Ormai è bono tutto: perché se è vero che una persona (PERSONA) che in passato ha sbagliato (daspato o pregiudicato che sia) non può salire su una pedana pensata apposta per cantare e far cantare, stare insieme, socializzare, emozionare allora mi preoccupo per il futuro non della Sud, ma di questa città, di questo paese.
Se non è vero (e fino a prova contraria a oggi non ci sono documenti ufficiali, dichiarazioni o atti pubblici che lo attestino) allora ci possiamo inventare tutto: pare che ci sia una botola sotto i palchetti che al primo coro becero si aziona e inghiottisce il lanciacori terrorista, lui e tutta la palazzina sua. Se il coro è ripetuto: una scossa elettrica. Ragionevole no?
La Roma è caduta dalle nuvole quando ha letto che per salire su un palco voluto soltanto per evitare le multe, agevolare il ritorno del tifo e in ultima istanza - saltando qualche passaggio logico, ma manco tanti - far vincere la Roma, non basterebbe il biglietto e l'abbonamento della Sud, ci vuole fedina penale pulita, globuli rossi a posto, peso forma attorno ai 70 chili e il dress code adatto.
Uno dei due "palchetti" installati in Curva Sud
Di sicuro c'è che quei palchi ci sono e che sono un'occasione per tutti: non sprecatela. E non mi rivolgo ai tifosi che vogliono solo tifare, ma a tutti quelli che non vedono l'ora di mettere zizzania, dividere, seminare invidia, distruggere un lavoro di mesi con una chiacchiera, un post, un pezzetto. Occhio alle verità giornalistiche, occhio a chi deve mettere il cappello o ostacolare un'innovazione fatta solo per i tifosi.
Se poi veramente c'è un divieto particolare per salire su quel palco allora basta. Basta pure scrivere. Allora non solo non ci sarebbe spazio per il tifo, ma per l'intelligenza in questa città che si occupa di uno dei suoi sentimenti principali: la Roma. E' la regola prima e minima di ogni principio democratico, civile, umano, quella di recuperare e restituire alla società, alla città, ai molti, a una curva, una persona (PERSONA) che in passato ha commesso degli errori (al netto di quelli giudiziari).
Io personalmente ho molta più stima per chi ha pagato e ha saputo rialzarsi rispetto a chi non è mai caduto (diciamo che preferisco De André a Baglioni). E quella persona più di qualsiasi altra la metterei su un palco. Come esempio. Non solo allo stadio.
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