Il tempo perduto
L'anno scorso l'ultima di Mou: 3-1 al Meazza col Milan con la Roma 9a; mercoledì con Ranieri 3-1 al Meazza col Milan con la Roma 9a. In 400 giorni è cambiato tutto per non cambiare niente. Dateci il futuro
14 gennaio 2024, stadio Meazza, Milan-Roma: i rossoneri vanno in vantaggio 2-0, la Roma di Mourinho accorcia e dà l’impressione di poter pareggiare, poi finisce 3-1. 5 febbraio 2025, stadio Meazza: i rossoneri vanno in vantaggio 2-0, la Roma di Ranieri accorcia e non dà l’impressione di poter pareggiare, poi finisce 3-1. Domenica era Coppa Italia, l’anno scorso serie A (ma in Coppa Italia eravamo appena stati eliminati), in campionato eravamo noni, quest’anno in campionato siamo noni. È passato un anno e non è cambiato assolutamente niente. L’assurdo è che in questo anno hanno cambiato tutto per ottenere lo stesso identico, simmetrico, speculare, triste, inutile risultato: 0.
In questi 388 giorni sono passati 4 allenatori, 2 general manager, un direttore commerciale, un capo della comunicazione, un centinaio di dipendenti mandati via a scadenza (qualcun altro cacciato), addirittura un Ceo, Lina Souloukou artefice Ella stessa di tutti questi capolavori, su tutti la perla di cacciare De Rossi dopo 4 partite e un rinnovo triennale appena fatto, oltre che una semifinale Uefa e una media di 2 punti a partita in campionato. Che vi aspettavate? L’unica cosa che non è cambiata è l’amore della gente, i sold out, l’inno prima della partita che ormai tutte le tv e persino la Uefa rispetta, iniziando a giocare solo dopo che è stato cantato. Trasferte di massa, coreografie, voce, canti, cori, presenza. Tutto a gratis, anzi pagando abbonamento, biglietti, aerei e treni. Tutto senza ritorno. Tutto senza un premio (un paio di derby vinti, ok quelli me li prendo). Ci mancherebbe, l’amore è a prescindere, ma non va preso in giro: il riferimento è ai calciatori che non si devono permettere ora di sbragare, e non solo perché c’è ancora la coppa, ma perché indossano quella sacra sindone che è la maglia rossa, e soprattutto, ai presidenti Dan e Ryan Friedkin. Se il presente si sta sgretolando, se questo non è stato il giorno, ma l’anno della marmotta, è perché loro hanno sbagliato quasi tutto dopo Budapest delegando a persone sbagliate. È ora che ci facciano vedere il futuro, cioè che si facciano vedere: la scelta ora di un tecnico, un piano mercato, pieni poteri dirigenziali a Ranieri, l’ad, un dg, il fantomatico uomo di calcio che manca, un organigramma, il progetto stadio, e poi magari questioni care ai tifosi (stemma – magari - o non stemma anche evitare tute biancazzurre e seconde maglie che non si possono vedere). Stanno sottraendo la Roma alla Roma, la stanno sottraendo ai tifosi pure le Istituzione del Grande Fratello, un Osservatorio orwelliano che vieta la trasferta di Venezia che per migliaia di persone era veramente apparecchiata come una festa. Soldi di treni e alberghi buttati, permessi e ferie bruciate, come se non bastasse il principio. Com’è triste Venezia se non si ama più. Com’è triste Roma ancora un anno dopo.
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