La Roma conta
"Credo che se qualcuno chiedesse a qualsiasi romanista di scegliere una vittoria nelle prossime due partite, tutti sceglierebbero quello del Meazza contro il Milan in Coppa Italia. Pure io, ma non chiedetemelo alle 20.45 di oggi…"
Credo che se qualcuno chiedesse a qualsiasi romanista di scegliere una vittoria nelle prossime due partite, tutti sceglierebbero quella del Meazza contro il Milan in Coppa Italia. Pure io. Ovviamente. Quella è una gara secca, quello è il Milan, quello è San Siro, quella è un quarto di finale, quella è una coppa che è stata nostra per tradizione e che manca da troppo tempo. Almeno questo da queste parti si è capito (grazie Mou), che conta cercare di vincere, arrivare a dama, confondere coriandoli e lacrime. Conta questo. Ma conta anche altro. Conta anche oggi. Conta la Roma. Anche perché quella mentalità si costruisce così: niente switch, né on/off, bisogna stare sempre accesi (non solo cor core) per diventare grandi e avere un giorno da ricordare. E, con permesso, ma anche senza, contro una rivale come il Napoli conta particolarmente. Nessun occhiolino a nessuna forma nemmeno lontana di violenza, va da sé, ma – dentro a una cornice di necessaria e scontata civiltà - totale apertura alla rivalità puramente calcistica che dà il senso al pallone e anima l’animo delle persone. “La domenica della buona gente”.
Roma-Napoli è un film, un romanzo, una storia infinita che va da Ferraris e Bernardini e arriva a Dybala e Pellegrini. In mezzo film, rivalità, ciucci allo stadio, trasferte oceaniche da una parte e dall’altra, un gemellaggio all’improvviso per la congiuntura degli Anni 80, la rivalità più forte di prima; e prima ancora un 8-0 a un Napoli allenato da Amadei (!), il 5-2 dello Scudetto, il 5-1 con lo Scudetto sul petto, il 6-2 di Balbo e Zeman, il ritorno di Emerson, il murale di Totti che bacia e indica il cielo dove eravamo diretti quell’anno prima di fare l’ultima – indicibile – trasferta proprio a Napoli. Il gusto di fermare la squadra di Conte prima in campionato, quello di rivincere per la seconda volta consecutiva all’Olimpico contro di loro, anche la possibilità di salire un po’ in classifica (c’è soprattutto un distacco quantomeno da ridurre ancora e che dà fastidio), semplicemente quello di leggere che “la Roma batte il Napoli” non è un accessorio, né uno spreco, non sono energie né tempo perso, ma goduria. Tifo. Appartenenza. Non scelta. Alla Roma non si resiste. Oltretutto pure pura benzina per San Siro. Credo che se qualcuno chiedesse a qualsiasi romanista di scegliere una vittoria nelle prossime due partite, tutti sceglierebbero quello del Meazza contro il Milan in Coppa Italia. Pure io, ma non chiedetemelo alle 20.45 di oggi…
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