L’Europa un obbligo della storia
Sono 11 anni di fila che ci siamo, ci abbiamo giocato quasi 400 gare. Coppa o campionato: andiamoci
E sta per Europa, 11 sono le stagioni consecutive che ci giochiamo, dal 2014 a oggi. Negli ultimi 7 anni abbiamo fatto 5 semifinali (una è quella raggiunta con quella “cosa” enorme col Barcellona) le altre hanno portato una coppa che ha fatto sorridere Agostino, l’altra una finale che ha fatto piangere Dybala e romanista Mourinho per sempre, le altre due col Manchester e con un Bayer Leverkusen imbattuto fino a quel momento e al nostro ultimo minuto. Dobbiamo arrivare a 12. Le dodicesime notti europee della Roma sono una poesia. Oltre all’Europa League e alla Coppa Italia (obiettivi supremi di questa stagione) adesso anche il campionato sta creando un buco in cui infilarsi: stiamo a 6 punti da Fiorentina e Bologna, non esattamente Liverpool e City, a 4 dal Milan che non è quello degli olandesi. Il senso: oltre all’Europa League e alla Coppa Italia, anche il campionato può portarci dove praticamente siamo sempre andati. L’Europa è fica, per la Roma, per i suoi tifosi, sono partite da viaggio, da sogno, di scoperta, trasferte infinite tra Polo Nord e Istanbul che è anche Asia, sono un racconto, un ricordo che si costruisce in diretta e per la Roma prestigio.
Portare il suo nome in giro è la cosa che ti fa più orgoglioso. La sensazione che ci dà essere noi: romanisti. E sta per Europa, e sono 11 le stagioni consecutive che ci giochiamo. Se prendi gli ultimi trent’anni ci abbiamo giocato sempre tranne tre stagioni, se prendi tutta la storia della Roma ci abbiamo giocato 389 partite, se prendi solo le competizioni Uefa le partite sono 335, con 157 vittorie e 78 pareggi. La Roma in Europa ha una storia che tutti i romanisti devono conoscere e rispettare e che la Roma attuale deve onorare. Oltre alla Coppa delle Fiere, oltre alla Conference League, c’è quella finale di Coppa dei Campioni che è un libro, che è il nostro dna, che è la notte da cui il Capitano aspetta ancora di uscire completamente (Tirana è stata un sorriso); c’è stata un’altra semifinale Champions, c’è stata un’altra finale Uefa prima di Budapest, la doppia con l’Inter nel 1991, c’è stata una semifinale di Coppa delle Coppe persa dopo tre spareggi e alla monetina, c’è stata ed è ovunque la Roma.
Inorgoglitevi e difendetela come abbiamo fatto in Europa. La Roma è stata la prima squadra italiana che ha vinto due volte al Bernabeu contro il Real Madrid, ha vinto a Lisbona contro il Benfica, ha vinto ad Amsterdam con l’Ajax, ha vinto ad Amburgo, ha vinto a Lione contro una squadra che ha vinto 7 campionati consecutivi e che era la favorita di quella edizione, ha vinto ad Anfield, ha pareggiato in dieci ad Highbury, ha battuto il Bayern Monaco 3-2 dopo essere stata sotto 2-0; ha vinto a Bruxelles quando l’Anderlecht era l’Anderlecht di “eccezzziunale veramente”, ha eliminato 1-2-3-4 volte il Feyenoord che nella sua storia ha vinto la Coppa dei Campioni, ha battuto due volte il Barcellona 3-0, ha battuto due volte il Chelsea 3-0 e 3-1; abbiamo vinto a Mosca contro tre squadre diverse e la vittoria a Mosca è stata la prima di una squadra italiana in una competizione europea ufficiale. Siamo stati la prima squadra al mondo per l’Iffhs nel 1991. Per non parlare del Colonia, del secondo tempo di Goteborg, di queste notti che devono essere ancora nostre. Ogni benedetta o maledetta partita giocatela sapendo che avete tutto questo dietro che è esattamente quello che ci spetta. Che ci meritiamo da troppe notti.
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