La Roma lo stile di un popolo
La Roma è sempre stata Roma. Chi tifa la Roma sente che sta avendo a cuore il cuore di questa città. E questo, qualsiasi cosa succederà, nessuno ce lo potrà mai strappare dal petto
Del cosiddetto derby non parlo. Non solo perché basterebbero due parole (non sono quelle che state pensando voi), ma perché come dicono gli allenatori “non c’è bisogno di prepararlo”. Che devi dì su Il Romanista prima di Roma-Lazio? Due parole. Oppure cantate l’inno e sappiate che è stato composto nel 1974, nell’anno in cui proprio gli altri vincevano lo Scudetto. Roma-Lazio è in mille episodi, in mille cronache, negli occhi della gente (romanista) e fra tutti questi prendo proprio questo dell’inno, perché è, come dire, l’esempio zero, perché se è vero, ed è vero, che non c’è stata “comparabilità” fra noi e loro nemmeno nell’anno in cui loro diventavano campioni e noi lottavamo quasi per salvarci, allora non c’è mai stata in nessun’altra occasione.
È stato rimesso recentemente su Youtube, un filmato in cui parla direttamente Antonello Venditti della sua canzone, che tecnicamente si chiama Roma non si discute, si ama (e che è stata scritta insieme a Gepy). C’è Gianni Minà che gli chiede perché si sia commosso ad ascoltarla, se questa cosa è esagerata o persino ridicola perché accade per il pallone, o se invece è giusto: “È giusto proprio perché questo non accade attorno al pallone. Io ho già fatto una canzone che si chiama Roma Capoccia. La squadra di calcio non è una squadra di calcio, la Roma non è una squadra di calcio, è un qualcosa che… È assolutamente indescrivibile quello che prova un tifoso giallorosso. Il pubblico romanista supera tutto con l’amore, è l’unico pubblico d’Italia che può fare questo”.
Il pubblico romanista supera tutto con l’amore, detto a fine 1974, con la Lazio Campione e la Roma che era rimasta al suo Scudetto del ’42. Detto senza social, senza foto, post o pose da scattare, immortalare, condividere. Senza ritorni narcisistici, ma detto perché era vero, detto, e cantato, col cuore. La Roma per me è sempre stata un’enorme prova di sincerità, di veracità talmente grande da superare orpelli, qualsiasi messa in ghingheri, e falsità e strumentalizzazioni volte a sminuire questa quasi arrogante prova di sentimento che è il romanismo. La Roma è stata lo stile di un popolo, non un dress code.
La Roma è sempre stata veramente una grande passione popolare, talmente grande da superare opportunismi, particolarismi, interessi, risultati. La Roma è sempre stata Roma. Forse questa città millenaria, papale, regale, puttana, ministeriale, unica, troppo grande, provinciale, ignorante eppure sinonimo di cultura, eterna, ha trovato in una squadra di calcio un modo per coltivare anche in tempi così dispersivi, alienanti, semplicemente differenti, la propria identità: chi tifa la Roma sente che sta avendo a cuore il cuore di questa città. Ed è così, e questo, qualsiasi cosa succederà, nessuno ce lo potrà mai strappare dal petto.
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