Quella B sbagliata sulla maglia
Noi alla Roma non solo ci stringeremo di più, ma la prenderemo in braccio per portarla via dal burrone dove però qualcuno ce l'ha portata. Qualcuno che non ama la Roma
La storia della Roma è piena di reazioni. Ogni volta che l’hanno data per spacciata, Lei non solo era viva, ma ha riso in faccia a chi s’era illuso di vederla restare per terra. Ci siamo stati per terra. Pure all’inferno. Ma ci siamo sempre rialzati e all’inferno abbiamo risposto col sorriso.
La Roma non l’ammazzerà mai nessuno perché la storia della Roma è una storia di fierezza. Siamo nati all’opposizione per combattere il Potere del Nord; il giorno che siamo retrocessi – il 17 giugno 1951 – Rascel in teatro interruppe lo spettacolo per dire che «Signori, la Roma è in serie B: la Roma non si discute si ama»; cinque giorni dopo, il 22 giugno 1951 per le vie di questa città i tifosi organizzarono un corteo guidato da uno striscione: «La Roma è sempre la squadra più forte del mondo». Che il mondo ha visto mai, suggerirà Geppo, trent’anni dopo... Quando nel ’74 la lazio ha vinto il campionato, l’anno dopo abbiamo vinto tre derby su tre, compreso quello del sorpasso, con Chinaglia che bruciò le divise su cui c’era cucito lo Scudetto, arrivando terzi come non capitava da 20 anni. Soprattutto, è in quell’anno che Gepy e Venditti composero il nostro inno.
A ciò che fa male noi reagiamo con la poesia. È per quello che abbiamo dentro: la Roma. Quando con Turone ci rubarono i sogni, un mese dopo andammo a vincere la Coppa Italia proprio al Comunale di Torino; quando nel 1984 quella notte ci ha ferito per sempre, una settimana dopo per una partita di quarti di finale di coppa Italia col Milan c’era più gente che col Liverpool, così come c’era più gente all’addio di Bruno Conti il giorno dopo una finale Uefa persa. E dopo il Lecce coi ragazzini abbiamo alzato un’altra Coppa Italia. E quando l’abbiamo persa con quelli è iniziato un sogno di vittorie consecutive e di una squadra che ha sognato traguardi stellari e ha pianto al gol di Manolas. A ciò che fa male noi reagiamo con la poesia. È per quello che abbiamo dentro: la Roma.
Quindi noi adesso alla Roma che perde quasi sempre e ha più partite che punti non solo ci stringeremo ancora più forte, ma credo che la prenderemo in braccio per portarla via dal burrone dove però qualcuno ce l’ha portata. Qualcuno che non risponde alle mail, qualcuno che ha trattato la Roma per fare carriera, qualcuno per cui se comprate l’album adrenalyn della Panini ci stanno 8 giocatori di 8 squadre diverse (Juve, Inter, Milan, Napoli, Bologna, Fiorentina, Atalanta, quelli) e non la Roma. Qualcuno che non ama la Roma.
Per cui adesso tutti uniti senza più sbagliare la B sulla maglietta della Roma… sennò diventate semplicemente un ex. Come è successo già a Lina Souloukou e non solo a lei. Uno Zaniolo qualsiasi. E un romanista un ex non lo riconosce proprio, non ce l’ha mai nemmeno avuto: la Roma non l’ha mai lasciata.
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