Cogito Ergo Sud

Lo stemma sì, la toppa no

Più che l'ad, più che una serie di profili dirigenziali, più che gli investimenti, quello che la Sud chiede alla Roma è un'altra cosa che manca: la Roma

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Tonino Cagnucci
14 Ottobre 2024 - 18:37

Se oggi avessi voluto fare un editoriale sul momento della Roma avrei scritto così: “Per guidare la Roma non è sufficiente spendere soldi, ma è necessario creare e rappresentare una società in cui ciascun Romanista possa rispecchiarsi e della quale essere orgoglioso”. Ci sono errori? Ma la cosa che più mi colpisce del comunicato della Curva Sud è il fatto che esprime una posizione non condizionata dal tempo e questo vuol dire aver memoria, lucidità, personalità e conoscenza dell’argomento. Secondo voi è normale quello che è successo dall’assenza al funerale di Losi alla cacciata di De Rossi, bandiera usata come straccio per riempire il buco creato allontanando Mourinho? Ok, con la recriminazione non si va da nessuna parte: siamo i primi a voler girare pagina, il punto è che chi dovrebbe farlo s’è scordato proprio il libro in qualche scaffale impolverato. Magari a Liverpool. O su un campo di golf.

Quello che si chiede non è solo quel che è mancato, ma quello che continua a mancare in una società che caccia l’ad, tre giorni dopo aver cacciato l’allenatore che il mese prima aveva firmato per tre anni e che a gennaio… Friedkin comprò… Alla fiera dell’est non sono un problema tanto i soldi, ma come, ma perché, con quale strategia vengono spesi, verso quale orizzonte si sta andando. C’è una visione? Nel comunicato per Juric si parla di “trofei”. Spero che non sia un’allucinazione. Manca l’ad, è mancato il ds, arrivato a giugno dopo le dimissioni dell’ex ds a gennaio, embargato però per qualsiasi cosa (s’è trovato quasi per caso all’aeroporto per prendere Soulé), mancano una serie di figure apicali, manca proprio con chi parlare, con chi arrabbiarsi, con chi, soprattutto, avere un confronto e che sappia ascoltare anche delle critiche senza far scattare rappresaglia di sorta (spesso indirette). Lo stemma poi è proprio il simbolo di tutto questo.

Capisco che per qualcuno non sia una priorità (per me lo è), però perché me lo metti sulle mascherine appena arrivato e dopo 4 anni mi fai le magliette parlando di street art coi colori di non so quale squadra? Il fatto che tu me lo metta una volta sulla seconda maglia, sulla terza, sull’edizione speciale, al “derby-Vintage”, significa che dietro più che una consapevolezza, più che una struttura di pensiero, più che una conoscenza del posto dove state, c’è un tentativo – alla fine sgamato – di avere consenso. Invece dello stemma, la logica diventa quella di metterci una toppa. E non è cosa. Lasciate pure perdere giornalisti, opinionisti, agenzie esterne, maghi del marketing internazionale (che non sanno che il Tevere è un fiume e non un monumento), stakeholder per iniziative spot, influencer, ma ascoltate il cuore della gente romanista. Se vi perdete la Curva Sud vi perdete la Roma.

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