Cogito Ergo Sud

Il nostro Larry Flynt

"L'incredibile legame della Roma con la città di Roma è ovvio: il simbolo, i colori, il nome. Si confonde nel mondo”. Basta, stop, annate a casa, annamo a casa. Ma altro che “it’s coming home”: riaprite la Curva Sud. Ora

PUBBLICATO DA Tonino Cagnucci
09 Luglio 2021 - 06:49

Ci mancava specificasse che era Prandelli a tenere in gioco Turone e scattava il tatuaggio, anche se è prenotato dal momento in cui ha citato Liedholm. Ma la pelle e il cuore dei romanisti Mourinho se li era già presi: "L'incredibile legame della Roma con la città di Roma è ovvio: il simbolo, i colori, il nome. Si confonde nel mondo". Basta, stop, annate a casa, annamo a casa. Ma altro che "it's coming home": riaprite la Curva Sud. Ora. Ieri. Stiamo lì, José . Aspettando un tuo mezzo sopracciglio alzato. Ci stiamo da sempre perché quello è un luogo dell'anima, e ci saremo perché è come l'acqua che va al mare che adesso hanno chiuso dentro ai rubinetti. Stappalo. "Non voglio la Roma di Mourinho, voglio la Roma dei romanisti". Eccoci, prendici: tuoi.

Questa è pornografia romanista. E aspettavamo da anni un Larry Flynt che ce la mandasse in onda all'ora di pranzo, sulla terrazza del Campidoglio. Tu chiamale se vuoi rivoluzioni. Qui la battuta sul futuro sindaco è scontata, però intanto chiunque lo diventerà metta mani alla toponomastica della città: da ieri si dice Trigorìa non Trigoria, per esempio.

Pornografia romanista, ma non c'è sesso senza amore e quindi se nasce un figlio lo chiameremo Giuseppe. Lo so è una stronzata (pardon) ma forse è vero. Forse è tutto vero. Ora siamo nel regno del possibile che è diverso dall'illusione: Mourinho alla Roma è vero. La fiamma che se sei romanista hai sentito ieri, la senti bruciare per davvero. La Roma lascia i segni. L'uomo dei sogni costruisce realtà. Riesce a conciliare il pragmatismo ("devo conoscere, devo capire ") e il sogno, la visione di un progetto con la speranza di un tifoso. Pane e sentimento.

E poi è sicuramente vero che è "furbo", che qualcosa è costruito perché è un mostro di comunicazione, ma lo è perché ogni volta ricalibra riuscendo così a essere naturale. Il solito illuminante esempio di quella volta che Eduardo chiuse la sua "Napoli milionaria" senza pronunciare la battuta "Ha da passa' a nuttata" perché – a chi glielo chiedeva – a forza di dirlo non ci credeva più nessuno visto che la nottata non passava mai. Teneva conto delle cose che accadevano, non solo di un testo scritto anni prima. Mourinho ha fatto così. Ha cortocircuitato tutti. "Voi parlate sempre di titoli? Noi parliamo di tempo, di progetto, di lavoro". Ma come!?!? Se sei te che ti sei inventato sta cosa?? Fantastico. Puro spirito punk del '77. L'uomo che ha azionato il maledetto conto in avanti delle non vittorie è chi parla del tempo. La sintesi è meglio di Proust: alla ricerca del trofeo perduto. L'uomo che parla della bellezza di Roma affacciato alla maestosità di Roma, ti dice che non è qui per la bellezza di Roma. L'uomo del murales di Vacanze romane viene qui – magari con quella vespa - per dire che "qui non sono in vacanza". L'uomo che cita "nulla viene dal nulla" come prima cosa ringrazia i tifosi perché verso di loro non ha "fatto nulla". Creatore. Carmelo Bene ci sarebbe andato a nozze.

Mourinho riesce a spiazzare sempre anche quando tutti si aspettano di venire spiazzati (che è la condizione peggiore per riuscirci). Siamo alla sottrazione di se stesso, niente di incomprensibile: "Io sono una vittima di quello che ho fatto". E meno per meno fa l'uomo in più: l'uomo che si chiama Mourinho dice "che non è la Roma di Mourinho, ma dei romanisti e io sono uno in più". E questa non è solo filosofia, ma un'emozione.

Ieri Mourinho ha semplicemente detto delle cose molto importanti per i tifosi della Roma che per questo si sono sentiti rappresentati. Il fatto che lo faccia proprio lui è un'emozione particolare. E il solo nominare Liedholm è un'emozione ancora più forte perché riunisce i fili, ti fa sentire tutte le cose importanti insieme qui (il non averle mai perse). E, soprattutto, che lui abbia messo davanti a qualsiasi cosa quella per noi più importante di tutte: la Roma. E non so se vinceremo, ma con quella nel cuore non perderemo mai.

(Tonino Cagnucci)

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