Roma-Napoli: castighi e riscatti
L'analisi a mente fredda del big match di domenica scorsa contro la capolista. Adesso testa al Verona domani sera
Peccato. Contro il Napoli Mister Mourinho aveva preparato bene la partita che ci opponeva ai primi della classe. Purtroppo perdiamo e prendiamo gol per l’unico errore del migliore in campo: Chris Smalling. Anzi per un doppio errore in una circostanza sola, perché prima ha 15 giorni di anticipo su Osimhen, e si addormenta lasciandosi affiancare dal nigeriano, e poi perché non riesce nel tentativo di toccargli il pallone in fallo laterale, una volta ingaggiato il duello spalla a spalla con l’avversario. Certo manco te la pòi prende’ co’ Smalling che ha fermato da solo un’intera squadra, disputando una partita straordinaria.
Piuttosto è Rui Patricio che non mi ha convinto del tutto sul tiro, forse battezza la palla fuori, ma prima mette la mano, poi la toglie, insomma l’ho visto incerto. Penso che si potesse fare di più. Ma il Napoli è la squadra più forte d’Europa adesso come adesso, almeno d’Italia, e con loro puoi anche perdere. Buon primo tempo della Roma, che ha fatto sperare, meno il secondo, dove crollano le nostre speranze, complice la stanchezza.
Mi ero augurato un pari, ci siamo andati vicini. Sul fatto del non gioco, degli zero tiri in porta, credo che con il Napoli sia molto molto pericoloso mettersi ad attaccare, lo dimostrano i risultati dei partenopei con Liverpool ed Ajax, presi miseramente a pallonate, affrontati con la prosopopea tipica di chi crede di essere più forte perché è così e basta. Anche coi Rangers, valanghe di azioni e gol. Il Napoli invece qui ha giocato abbastanza poco, e il calcio champagne non l’ho visto nemmeno da parte loro. È una squadra che confeziona venti azioni a partita, o anche di più, domenica all’Olimpico sta cosa non s’è vista mai. La Roma per 80’ ha bloccato la prima del campionato guastandone il gioco, con gente in campo che non si reggeva in piedi, con Spinazzola che ormai è un altro caso “Fabio Grosso”, con l’attacco stitico, e l’infermeria piena.
Sul fatto che poi Mourinho non dia un gioco alla squadra, ricordo a tutti che l’idea di calcio del Mister è questa: difesa forte, pressing sui portatori di palla avversari e contropiede. Peraltro la Roma è una delle squadre che crea di più, tolto l’ultimo incontro in casa col Napoli, dove ovviamente ha prevalso la tattica. Questo è il gioco di Mou, gioco con il quale ha accumulato un curriculum di trofei lungo diversi chilometri. Certo che ce vonno i giocatori forti. Soprattutto ce vonno i giocatori, perché a disposizione ne abbiamo veramente pochi. Il contrario dei tifosi che sono invece sempre di più.
Con l’Helsinki invece abbiamo vinto, e, anche se i tre punti servono a poco, perché i conti si faranno più avanti, si è rivisto un grande Abraham in campo. Quasi quello dell’anno scorso. Non siamo stati brillanti ma meglio che con il Lecce, ad esempio. Bene in prospettiva Verona, bene anche i giovani: Volpato ancora legato alle meccaniche (ottime peraltro) della Primavera, Bove iniziamo ormai ad apprezzarlo, Faticanti senz’altro il più convincente in questa fredda trasferta. Sui gol annullati abbiamo avuto le dovute spiegazioni, ma c’è ormai un eccesso di protagonismo da parte del VAR che sta lentamente e inesorabilmente cambiando questo sport. Purtroppo in peggio. Daje sempre.
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