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Te la ricordi quella? Roma-Venezia 1-1 e il nostro sabato del villaggio

Domani la sfida ai lagunari di Di Francesco. Il 14 maggio 2022 l'ultima all'Olimpico prima di Tirana: un pareggio ingiusto e la Sud che indica la via

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Simone Valdarchi
28 Settembre 2024 - 16:38

Inizia oggi la nuova rubrica "Te la ricordi quella?". Prima di ogni partita di campionato della Roma, ripeschiamo un precedente storico per risultato, momento, contesto o romanismo. Partiamo con Roma-Venezia 1-1, del 14 maggio 2022.

Si dice che l'attesa del piacere sia essa stessa il piacere. Chi scrive si permette di dissentire con Lessing - il filosofo tedesco padre dell'aforisma tanto ripreso - o quanto meno evidenziare come, in alcune circostanze, non sia esattamente così. Perché l'impatto dell'oceano di gioia, talmente immenso da contenerlo a fatica nel cuore, sulla vita di ogni romanista nella notte del 25 maggio 2022 è stato decisamente più fragoroso del Roma-Venezia di qualche giorno prima. Anche se quell'uno a uno contro i lagunari già retrocessi è stato il nostro sabato del villaggio. Era proprio un sabato e cadeva di 14 maggio, è l'ultimo precedente contro il Venezia che ritroveremo domani all'Olimpico. Proviamo a riviverlo.

Siamo al tramonto del primo anno targato Mourinho. Una manciata di giorni prima, nella sera di giovedì 5 maggio, la Roma ha strappato il pass per la finale di Conference League battendo, nel ritorno delle semifinali il Leicester: 1-0, gol di Abraham, biglietto per Tirana prenotato. La sbornia per la prima finale europea raggiunta, 31 anni dopo l'ultima volta, viene definitivamente smaltita nel fine settimana successivo, con la Fiorentina che al Franchi ci batte per 2 a 0, in una partita brutta e già determinata nel suo risultato all'undicesimo minuto di gioco. Il finale di campionato è complesso, a due giornate dalla fine la Roma sa già di non poter più raggiungere la Champions ed è in lotta con Lazio, Atalanta e proprio Fiorentina per un posto in Europa League. Quattro squadre nel giro di pochi punti, due soli posti a disposizione, ma alla penultima il calendario pone sul cammino dei giallorossi quella che sembra, sulla carta, un'occasione ghiotta per allungare sulle avversarie. In un Olimpico strapieno, infatti, José e i suoi devono ospitare il Venezia di Soncin, già aritmeticamente retrocesso in Serie B. Le cose però, come spesso accade nel calcio, non vanno come previsto.

Che il copione della serata non rispetti i canoni del pronostico lo si intuisce immediatamente. Dopo 47 secondi gli ospiti vanno in vantaggio. Aramu dalla trequarti, defilato sulla destra, lascia partire un cross a giro con il suo mancino, una traiettoria difficile da leggere per la difesa romanista scavalcata dal pallone sfiorato di testa da Okereke, che tocca quanto basta per battere Rui Patricio e fare uno a zero. Il peggiore degli avvii possibili, insomma, ma la Roma non si lascia intimorire e, spinta dai 63.243 tifosi presenti, si mette alla ricerca dell'immediato pareggio. La gara scorre a senso unico, con il Venezia penalizzato anche dal rosso diretto che Sozza, dopo revisione Var, sventola in faccia a Kiyine, reo di aver colpito con un calcio nelle parti intime e a palla lontana Pellegrini. Siamo al minuto 32, c'è ancora una vita davanti e una superiorità numerica da sfruttare.

A compensare l'uomo in meno però ci pensa la sorte, con la Roma che, a fine partita, potrà contare 46 tiri complessivi contro i 4 del Venezia, 20 calci d'angolo a 2, ma soprattutto quattro traverse colpite - due su punizioni calciate da Pellegrini e una a testa per Cristante e Zalewski - oltre a innumerevoli interventi di un Maenpaa nella miglior serata della sua carriera - oggi fa panchina nell'Helsingin Jalkapalloklubi, o HJK se preferite, in Finlandia, praticamente un Avramov di tempi più recenti. Insomma, una partita stregata, che la squadra di Mourinho meriterebbe di vincere anche in modo largo, ma che invece rischia di perdere.

Non solo perché il pareggio di Shomurodov arriva a meno di un quarto d'ora dalla fine, con l'uzbeko a ribadire in rete il pallone dopo l'ennesimo prodigio di Maenpaa su Pellegrini. Ma anche perché, dopo aver trovato il pari e totalmente proiettata in avanti alla ricerca dei tre punti, la Roma va ad un passo dal prendere il gol dell'1-2. Siamo nel corso dell'ultimo dei 7 minuti di recupero - allungati poi da un controllo Var, andato a vuoto, per un possibile rigore in favore della Roma - e sugli sviluppi del ventesimo corner battuto il Venezia scappa in contropiede. Zalewski rimane il solo a difendere Rui Patricio, mentre i lagunari sono ripartiti, a tutta velocità, con Johnsen e Haps. Il norvegese, entrato da poco, salta secco Zalewski e in quel momento è due contro zero, ma il gol non arriva. Non grazie a un miracolo di Rui, né tantomeno per un errore degli avversari: a salvarci è Pellegrini. Dopo aver preso due traverse, propiziato il gol di Shomurodov e riempito di giocate la sua partita, all'ultimo istante di partita il capitano fa una delle cose più belle, romaniste e da capitano da quando indossa questa maglia. Si fa tutto il campo all'indietro e a cento all'ora, fino ad anticipare in scivolata Haps che, a porta vuota, stava per depositare in rete. Uno sforzo incredibile, per certi versi folle, ma sicuramente romantico.

Finisce con quest'atto d'amore la partita, ma non la serata dell'Olimpico che di amore ne ha ancora tanto da dare. Essendo l'ultima casalinga dell'anno, infatti, la squadra e Mourinho fanno il giro di campo, per salutare un pubblico che soltanto in quella stagione lì aveva iniziato a registrare i famosi sold out che ancora durano. C'è il rammarico per la mancata vittoria, certo, ma nessuno è deluso. Tutti hanno in mente solo quello che sarà, non di certo quel che è appena stato. Undici giorni dopo, a Tirana, c'è la finale di Conference col Feyenoord, nella notte che porterà la Roma a vincere una coppa europea 61 anni dopo l'ultima volta. In un successo di grinta, sacrificio, lotta e cuore, come preannunciato da quel recupero di Pellegrini, ricompensato dalla coppa alzata al cielo da capitano. Per tutto il resto, come sempre, ad indicare la strada ci pensa la Sud, con lo striscione esposto fuori davanti a José e al suo gruppo: "Coronate i nostri sogni di gloria... forza ragazzi scrivete la storia!".

Lo faranno. Perché l'attesa è bella, ma il piacere di più. Roma-Venezia 1-1, del 14 maggio 2022, è stato il nostro sabato del villaggio

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