Partite

Verso Roma-Atalanta: quei nodi in gol

Nel 2001 il guizzo di Montella ci consegna una fetta di Scudetto. Ventidue anni prima la corsa di Pruzzo sotto la Sud scaccia lo spettro retrocessione

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
21 Aprile 2021 - 18:17

Obiettivi opposti a distanza di ventidue anni, eppure la stessa, immensa gioia, quando il numero nove butta il pallone dentro la porta sotto la Curva Sud. Nel 1979 è la fine dell'incubo, nel 2001 è il sogno che si sta trasformando (finalmente!) in realtà. Di fronte c'è sempre l'Atalanta e in entrambi i casi si gioca a maggio, con la stagione ormai agli sgoccioli e il campionato pronto a emettere i suoi verdetti.

Il sospiro di sollievo

Sandro Bonvissuto, nello splendido libro "La gioia fa parecchio rumore", definirà il 6 maggio 1979 il «rodaggio der còre». E quel «còre» è inteso come simbolo del sentimento che ci lega all'amore, ma anche come l'organo che più di ogni altro è messo a dura prova da palpitazioni e tachicardie tipicamente romaniste. Quel giorno è un esempio lampante di tutto ciò: dell'emozione e dell'ansia, della dolorosa incredulità e, infine, della gioiosa e sfrenata liberazione. La Roma naviga in cattive acque quando, alla terzultima di campionato, ospita l'Atalanta allo Stadio Olimpico in un autentico spareggio-salvezza. Sugli spalti, circa sessantacinquemila tifosi spingono Di Bartolomei e compagni. Un autogol di Vavassori ci porta subito in vantaggio, ma prima dell'intervallo Bertuzzo e Prandelli capovolgono il risultato a favore dei nerazzurri. Sugli spalti serpeggia il terrore, lo spettro di una retrocessione aleggia su tutta Roma, è quasi percepibile al tatto, al sapore, all'odore.

Ma al 17' del secondo tempo c'è il guizzo del Bomber Pruzzo a scacciare l'atmosfera plumbea e grigia: in qualche modo riesce a coordinarsi all'interno dell'area e a fulminare con una bordata sotto la traversa il portiere avversario Bodini. È la liberazione: l'Olimpico libera tutta l'adrenalina e la paura accumulate fino a quel momento, e la corsa pazza e bella di Pruzzo sotto la Curva Sud ha il sapore di un trionfo. Finisce 2-2, e quel pari vale oro, perché è anche da quel risultato che si gettano le fondamenta della Roma immensa degli anni immediatamente successivi.

L'Aeroplanino

Ventidue anni e sei giorni dopo, la Roma di Capello ritrova l'Atalanta all'Olimpico: i giallorossi sono reduci dai due pareggi contro Lazio e Juve, ma la gara contro la squadra allenata da Vavassori (ancora lui...) non riesce a sbloccarsi. I bergamaschi difendono bene, Totti e compagni non trovano spazi. Capello decide di riprovare la mossa della settimana prima: fuori Totti, dentro Nakata. Proprio il giapponese calcia dalla sinistra un corner teso, su cui si avventa Montella. È il tap-in del Sogno, il mancino del Destino. L'Aeroplanino decolla sotto la Sud. Destinazione: il terzo Scudetto.

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