Quella parata extraordinaria di Tancredi
Senza Falcao da una parte e Garella dall’altra che fatica al Bentegodi. Ma la Roma, prima, tiene a distanza l’Hellas
“Extraordinaria” . Così Pato definì la parata di Franco Tancredi a Verona contro l’Hellas il 23 gennaio 1983. Pato, il fratello di “lecce” di Falcao, l’unico Pato possibile. “Extraordinaria” lo fu davvero, la parata, la partita, la giornata. Era la seconda di ritorno, la Roma era prima 2 punti sopra al Verona che non perdeva dalla gara di andata all’Olimpico, vinta 1-0 col rigore di Di Bartolomei al 90’ per un fallo di Garella su Falcao. Stavolta Falcao non c’era, era squalificato, e nel Verona non c’era Garella (un bacio al cielo), sostituito all’ultimo da Torresin che uno se lo ricorda solo per quella partita lì’ e perché Icardi (della Rai) lo andò a intervistare in mezzo alla porta a partita praticamente iniziata. Di Bartolomei invece c’era, c’è sempre, e prese un palo su punizione. Tipico. Così come che il sostituto si mette a fare il fenomeno, almeno fino a quando non può nulla su un pallonetto di Iorio dal limite dell’area al 30’. Iorio che dopo aver vinto questo Scudetto sarebbe diventato un ex andando a giocare proprio a Verona l’anno successivo. Proprio a Verona, quel pomeriggio invece, un paio di minuti dopo, un altro ex stava per segnare: Penzo. Penzo alla Roma ha giocato nell’anno santo del terzo posto (’75) segnando solo un gol con la Fiorentina: dopo quella rete all’Olimpico per la prima volta nella storia partì l’inno “Roma Roma” (che in verità si chiama “Roma (non si discute si ama”).
Tra chi non poteva stare in campo e chi il fronte del campo lo aveva già cambiato o lo stava per cambiare, questa giornata di ex stava per forza diventando extraordinaria quando Franco Tancredi, smanacciato nemmeno bene un tiro cross di Volpati, si trova per terra, sdraiato inerme, con la palla che passa davanti alla faccia dei tre difensori in linea della Roma (e Nela che scivola sul più brutto) e fa la cosa per cui scriviamo adesso. La palla arriva a Ezio Sella che la mette dove la deve mettere in una porta rimasta sostanzialmente, praticamente, realmente, vuota, se non che, non si sa come e non si sa da dove, si vede la sagoma di Tancredi avventarsi addosso al tiro e non solo respingere ma agguantare la palla. Tancredi che stava dall’altro lato della porta, sdraiato schiena a terra, si mette a volare. Ancora oggi Sella non si capacita di quella parata, così come non se ne capacitò subito il suo compagnao di squadra Marangon il cui labiale si legge ancora su Youtube: “Ma come hai fatto?”. Boh. Di sicuro Marangon era un altro ex, ma mai quanto Ezio Sella. Un giorno Sella allenerà persino la Roma al Bernabeu contro il Real Madrid, dove Franco Tancredi - l’anno successivo - sarebbe andato ad allenare i portieri del Real Madrid. Probabilmente col solo intento di insegnare come si fa a fare una parata “extraordinaria”.
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