Denunciato il padre di Scamacca: ecco cosa è successo lunedì a Trigoria
Lunedì si è intrufolato a Trigoria, con una mazza: motivi ignoti. Vetri rotti e macchine danneggiate, paura per i ragazzi del vivaio. Poi è intervenuta la Polizia
La notizia, inspiegabile, è rimasta segreta per una notte, poi, ieri a pranzo, è trapelata, e ha campeggiato per varie ore sui siti di tutta Italia: il padre di un giocatore di serie A, giovane, talentuoso e molto richiesto, si è introdotto, in stato di evidente alterazione, nel centro sportivo di un'altra società di A, e ha dato di matto, fino all'intervento della Polizia. Il giocatore in questione è Gianluca Scamacca, centravanti del Genoa (ma il cartellino è del Sassuolo) e della nazionale Under 21, che alla Roma aveva giocato una trentina di mesi nelle giovanili: mezza Italia si è chiesta cosa volesse il padre nella sede di una società con cui non aveva più rapporti di alcun tipo da molti anni. E una risposta ancora non c'è: neppure a Trigoria hanno capito i motivi dell'aggressione. Che forse si può spiegare solamente con un pomeriggio di ordinaria follia.
Due anni e mezzo a Trigoria
Giocava nella Lazio, Gianluca Scamacca, Bruno Conti - unico dirigente rimasto a Trigoria da allora - lo portò alla Roma nell'estate del 2012, a 13 anni, e fu un colpo clamoroso, il più importante del settore giovanile: i coetanei più alti gli arrivavano alle spalle, e tecnicamente era molto bravo, le stimmate del potenziale campione ce le aveva. Cominciò con i Giovanissimi Regionali, salendo ben presto sotto età: al primo anno a Trigoria sbagliò il rigore che valeva lo scudetto (il decimo della serie: la Roma era avanti, si andò a oltranza e vinse l'Inter), al secondo anno nuova finale scudetto, e stavolta lo scudetto arrivò, proprio con un suo gol, 1-0 alla Juventus di Moise Kean. Anche il terzo anno la sua squadra fece una finale scudetto, stavolta con gli Allievi, ma lui era già andato via, durante le vacanze di Natale del 2014: la Roma sarebbe stata ben felice di fargli firmare il primo contratto da professionista il primo gennaio 2015, giorno del sedicesimo compleanno (prima non è possibile), ma lui preferì il Psv Eindhoven. L'offerta economicamente era superiore a quella dei giallorossi, ma la scelta di andare in Olanda fu decisamente inconsueta, contando peraltro che la Roma lo avrebbe fatto arrivare in prima squadra: capitò al giocatore con cui si giocava la maglia numero 9 degli Allievi, Tumminello, e al suo compagno d'attacco nei Giovanissimi, Mirko Antonucci, che pure era decisamente meno considerato di lui. Che la società giallorossa puntasse su Scamacca si era capito anche dalla scelta di ospitarlo nel pensionato di Trigoria: viene da Fidene, zona Nord, dall'altra parte di Roma, ma ragazzi che abitano ben più lontano, anche fuori dai confini comunali, non hanno avuto questo privilegio. Le poche volte che la società fa dormire a Trigoria ragazzi di Roma, viene il sospetto che voglia anche farli allontanare un po' dall'ambiente familiare. Di certo Scamacca non può avere motivi di risentimento verso il club giallorosso (che invece può ben lamentarsi della sua fuga in Olanda).
Il pomeriggio di follia
Più di sei anni dopo la fine del rapporto tra Gianluca Scamacca e la Roma, lunedì pomeriggio Emiliano Scamacca è andato a Trigoria. È entrato dal terzo cancello, quello riservato per le giovanili, quasi sempre aperto, perché le squadre che si allenano a Trigoria sono tante. Ed è entrato con la macchina, sgommando, sorprendendo gli addetti, che in questo periodo fermano tutti per il controllo della temperatura corporea. Erano le 17.30: ci sono stati momenti di tensione, ma alla fine, faticando un po', l'intruso è stato accompagnato fuori. Ma per le 19.30 è rientrato, stavolta dal cancello principale: aveva la felpa del Sassuolo, pantaloncini arancioni e calzettoni della Roma, e si era portato anche il cane. E una spranga di ferro, con cui ha spaccato le vetrate della portineria, e danneggiato alcune macchine, tra cui quella di Tiago Pinto e quella di Morgan De Sanctis. A un certo punto si è diretto verso i campi dove si stavano allenando le giovanili: i dirigenti, non conoscendo la reale pericolosità dell'intruso, hanno subito portato via i ragazzi, che si sono rifugiati negli spogliatoi, altri nell'edificio della scuola. E a quel punto se l'è presa con le vetrate della palestra della prima squadra. Sono arrivate due volanti della Polizia e lo hanno portato via: è stato denunciato per danneggiamento, e condotto in ospedale, per una visita psichiatrica.
Rapporti freddi
Da anni i rapporti tra Scamacca padre e Scamacca figlio si sono molto allentati: lo ha confermato in serata lo stesso centravanti del Genoa, ovviamente scosso dalla vicenda, a gazzetta.it. «È doloroso per me parlarne, ma forse è necessario. Mio padre da molto tempo non vive con mia madre, non sono divorziati solo perché non si sono mai sposati: io sono cresciuto con mia madre e mia sorella. Sono loro la mia famiglia. Con mio padre abbiamo rapporti solo saltuari. Lo vedo pochissimo. Ma è una storia familiare che preferisco tenere per me. Mio padre non ha mai avuto a che fare con la gestione della mia carriera, tantomeno negli ultimi anni. Sono profondamente dispiaciuto e scosso per l'accaduto, ma ho rapporti talmente saltuari con mio padre, da non sapere cosa altro dire».
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