Primo giorno di corsa sotto al caldo di Trigoria
Inizio col botto: doppia seduta. Ma sono stati più che altro test atletici ed esami medici. E Mourinho rassicura: «In Portogallo farà più fresco...»
Ha rassicurato i giocatori Josè Mourinho, nel primo giorno di lavoro della stagione 2022/23: in Portogallo farà più fresco. Perché ieri, in tutta Italia - e la conca attraversata dal Fosso di Malafede, dove sorge il Centro Tecnico dei giallorossi, non fa certo eccezione - le temperature erano da bollino rosso: non le condizioni ideali per fare sport, anche se la prima giornata insieme, per i giocatori della Roma è passata più che altro per fare test, atletici e medici. E una discreta parte del lavoro è stata fatta in palestra, all’ombra. Il sole se lo sono preso fuori i tifosi, che attendevano per gli autografi, in un piazzale Dino Viola pieno di macchine parcheggiate: all’inizio della prossima settimana la Roma volerà nel paese natio del suo tecnico per la seconda parte della preparazione, ma per ora la macchina del Fulvio Bernardini si è rimessa in moto a pieno regime, almeno fino al 9 luglio, quando ci sarà il primo test amichevole, contro il Trastevere, club di serie D, che già si era prestato per la prima Roma di Paulo Fonseca.
Allora non fu il primo test, c’era già stato quello col Tor Sapienza, e finì 10-1, anche allora fu a porte chiuse: quando il lavoro è appena cominciato, gli allenatori non sono così impazienti di far vedere a che punto è il cantiere. Sono impazienti i tifosi, specialmente le famiglie con i bambini piccoli, e maglie da autografare al seguito: un paio si sono presentate dalla mattina, e al ramonto erano ancora lì. Anche se il premio fedeltà spetta a Riccardo, il ragazzo che lo scorso anno si era inventato uno striscione con disegnato il tecnico portoghese con l’abito bianco e la papalina del Pontefice, e la scritta “HabeMOUs Papam!”: al tecnico della Roma era piaciuto, lo aveva fatto entrare a Trigoria, glielo aveva autografato e si era fatto fare una foto, finita subito come sfondo del cellulare. L’intenzione del ragazzo, che ha sul polpaccio un tatuaggio “JM” che da nitidezza dei contorni e del colore alla vigilia di Tirana non era ancora stato fatto, è di salutare di nuovo il tecnico, che però alle venti passate non si è ancora visto. Sono andati via tutti i tifosi, e pure i due steward chiamati a controllare che nessuno metta in pratica in pratica il proposito troppe volte espresso, «se non si ferma mi butto sotto la macchina...», Riccardo e due amici erano ancora lì speranzosi.
Colori sbagliati
Il pomeriggio dei tifosi presenti era iniziato con una mini-partitella improvvisata, con un vecchio, spelacchiato pallone bianco senza loghi, che però aveva i pentagoni di un colore sbiadito, a metà tra l’azzurro e il celeste: quelli che si sono lamentati dell’abbinamento cromatico sono stati decisamente di più di quelli che hanno suggerito ai bambini di allontanarsi dalla strada. Non era facile: uscivano i giocatori, e in quel caso basta allontanarsi di poco per non arrivare in tempo. All’arrivo, la mattina, Zaniolo non si è fermato per gli autografi, e qualcuno ci ha voluto creare un caso di mercato, ma il numero 22 (che neppure era alla guida) si è fermato dopo, alla libera uscita per il pranzo. E comunque sono parecchi i giocatori che non si sono fermati: il premio gentilezza, assegnato di sera, quando la stanchezza era doppia, se lo contendono Veretout, che ha pure rassicurato sulla sua volontà di rimanere, Bove e Svilar, che all’inizio non era stato ricosciuto, ma si sono fermati anche Shomurodov e gli ultimi due a uscire, El Shaarawy e Matic. La Roma non ha diffuso una lista ufficiale, perché alcuni dei presenti potrebbero rientrare in trattative di mercato, come Kluivert e Calafiori, tornati dai prestiti a Nizza e Genoa, o Volpato, oggetto del desiderio del Sassuolo, a prescindere dalla trattativa Frattesi. Intanto, però, come i tanti ragazzi in ritiro - il più giovane in assoluto è del 2006, il croato Ivkovic - proveranno a fare una buona impressione su Mourinho, che non si sa mai.
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