Stadio della Roma, svolta vicina: in settimana arriva la proposta del Comune
Un documento che cercherà di salvaguardare la contemporaneità delle opere pubbliche e l'interesse dei privati. Frongia: "Previsto nuovo un incontro, speriamo di partire"
Ci siamo. Siamo arrivati a quella che da più parti viene indicata come la settimana decisiva. E ci siamo davvero. Al punto che dal Comune sarebbe partita una telefonata verso viale Tolstoj per assicurare che entro i prossimi giorni verrà finalmente recapitata la missiva tanto attesa. Quel che arriverà sulla scrivania del vicepresidente giallorosso Mauro Baldissoni è la proposta di Convenzione che Roma Capitale sottoporrà ai proponenti del progetto stadio.
Una proposta che secondo le attese dovrebbe ricalcare in linea di massima quanto prescritto dalla Conferenza dei Servizi e ribadito lo scorso agosto dalla Regione Lazio. Il nodo resta quello della contestualità delle opere pubbliche con quelle private. Le parti si sono bloccate ormai dal luglio scorso sulla richiesta della sindaca Virginia Raggi di vincolare l'apertura dello stadio al completamento delle opere di mobilità previste nell'area, a prescindere che queste ultime siano di competenza dei privati o di altri enti pubblici.
Ancor più nello specifico il problema è l'ammodernamento della ferrovia Roma-Lido, per cui i privati verseranno una cifra di poco superiore ai 55 milioni di euro, che però serviranno solo all'acquisto di alcuni treni e al rifacimento della stazione di Tor di Valle. Il resto della linea è invece finanziato e gestito dalla Regione Lazio, che ha già stanziato 180 milioni di euro (frutto di un'erogazione del Governo nel 2017 e di un accantonamento di bilancio della Regione stessa), fatto partire i bandi pubblici, e previsto di concludere i lavori non prima del 2023. Quel 2023 è il problema. Perché la Roma invece ancora confida di inaugurare il proprio impianto nel 2022. E non vuole accettare di vincolare le sorti dello stadio ad opere che sono state espulse dal progetto originario proprio per volere di Virginia Raggi e del Movimento 5 Stelle, in cambio del taglio delle cubature del Business Park.
All'epoca il progetto rischiò seriamente di naufragare, con uno dei due soci (Parnasi e la sua Eurnova) fermi nell'intenzione di non rinunciare a nulla di quanto pattuito, e con il solo Baldissoni convinto di poter trattare. L'intervento di James Pallotta che decise di rinunciare alle tre torri disegnate dall'archistar internazionale Daniel Libeskind, fece però tornare i 5 Stelle sulle proprie posizioni e si arrivò all'accordo. Un nuovo dietrofront, un ennesimo ripensamento, sarebbe intollerabile, oltre che giuridicamente impugnabile, per i proponenti.
La soluzione sarà molto probabilmente, come detto, quella delineata dalla Regione, con il principio della contestualità salvo, ma con un meccanismo di salvaguardia per i privati. Meccanismo che consisterà nel potenziamento, a spese dei privati, del trasporto su gomma in attesa del completamento dei lavori sulla Roma-Lido. E che l'aria sia positiva e soffi con forza lo testimonia ancora una volta l'assessore allo sport di Roma Capitale. Daniele Frongia, l'uomo della Giunta che più di ogni altro si è speso a favore del progetto, soprattutto nella fase iniziale, quando ricopriva anche il ruolo di vice-sindaco, ha dichiarato ai microfoni di Radio Radio: "So che sono previsti ulteriori incontri, si sta avvicinando un punto importante del processo. Io mi auguro che si possa finalmente partire".
Niente di equivocabile, non mezze parole, o semplici no comment. Le parole di Frongia nascondono, nemmeno troppo velatamente, la volontà del Comune di arrivare finalmente ad un accordo. E su questo punta forte la dirigenza giallorossa. La pazienza sta terminando e, nella convinzione di aver prodotto il massimo sforzo, questa volta l'orientamento sembra quello di non concedere ulteriori proroghe all'amministrazione capitolina.
Se la bozza di Convenzione che il Comune presenterà alla Roma non sarà ritenuta adeguata verrà chiesto un incontro direttamente alla sindaca, che a quel punto verrà messa difronte alle proprie responsabilità. Un'ipotesi che al momento è ritenuta remota, ma che, visti anche i precedenti, non si può del tutto escludere. Il tempo stringe. Ogni giorno che passa senza che l'iter riprenda il suo naturale corso, costituisce una perdita economica considerevole per il club.
La speranza di aprire i cantieri entro al fine dell'anno è stata abbandonata da tempo, ma non si vorrebbe andare oltre l'estate. Per questo è importante, anzi fondamentale, che Convenzione e Variante al Piano Regolatore Generale vengano approvate dall'Assemblea capitolina entro i prossimi due o tre mesi al massimo. Un margine esiguo che pretende una risposta pronta e adeguata dal Campidoglio. Ma, oltre ogni dubbio e incertezza, questa volta ci siamo davvero.
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