Stadio della Roma, l'impasse ora è politica
Oggi si decide la crisi di Governo, poi si attende chiarezza sui nuovi equilibri. Sono giorni cruciali per la positiva conclusione dell’iter amministrativo
Ancora tutto fermo. Ormai il mese di agosto si avvia a concludersi con un nulla di fatto sul fronte stadio. Parte della colpa va ovviamente trovata nel vuoto societario che ormai da alcune settimane ha colpito Eurnova. La società della famiglia Parnasi, dopo le dimissioni dell'intero Consiglio di Amministrazione sta cercando un nuovo equilibrio che metta al centro gli interessi della proprietà e che favorisca la dismissione degli asset principali, o meglio dell'unico asset a disposizione. L'accordo con il presidente Pallotta per la cessione della quota nel progetto stadio e soprattutto dei terreni di Tor di Valle, è cosa fatta, ma la necessità di liquidità urgente ha imposto un gesto di discontinuità che ora però sta contribuendo a rallentare l'iter amministrativo. Certo dal Comune non si stanno strappando le vesti per questi problemi, presi come sono nella crisi dell'attuale esecutivo nazionale, che potrebbe avere serie ripercussioni nel futuro prossimo della Capitale. Oggi il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte si recherà al Senato per riferire sulla situazione del Governo italiano. Un passaggio che potrebbe, e per molti osservatori dovrebbe, portare Conte a dimettersi, rimettendo già in serata il proprio incarico nelle mani del Presidente Mattarella. Un fatto questo che fino a pochi giorni fa lasciava presagire una prossima stagione elettorale, con lo scioglimento delle camere ed il voto già in autunno, forse addirittura ottobre. Fatto quasi inedito per il nostro Paese, che non vota in autunno dal 1919, esattamente cento anni fa. Le elezioni anticipate avrebbero portato ad un cambio profondo nelle gerarchie del Movimento 5 Stelle, con il depotenziamento di Luigi Di Maio e la crescita di Alessandro Di Battista.
Due anime
Le due anime del Movimento si dividono non solo per le strategie nazionali, ma anche e soprattutto per la visione che hanno della Capitale, con il primo nel ruolo di sponsor e sostenitore di Virginia Raggi, ed il secondo che molti vorrebbero addirittura candidato alternativo all'attuale inquilina del Campidoglio. Una crisi per Di Maio sarebbe una crisi anche per la Raggi, che rischierebbe di perdere il controllo della sua maggioranza e nella migliore delle ipotesi si troverebbe nell'impossibilità di fare alcunché negli anni che le restano alla guida della città. Le notizie degli ultimi giorni però allontano lo spettro delle elezioni anticipate, e mano mano che passano le ore si fa sempre più probabile l'ipotesi di una nuova maggioranza, con l'obiettivo dichiarato di portare a compimento la legislatura. Una maggioranza che vedrebbe dalla stessa parte con il Movimento 5 Stelle anche il Partito Democratico e LEU. Due partiti che oggi sono fortemente all'opposizione del Movimento di Beppe Grillo, anche a Roma, ed anche sul fronte stadio. Basti pensare come esponente di LEU in Campidoglio sia quello Stefano Fassina, promotore con la Grancio della mozione per il ritiro del pubblico interesse. Andrebbero quindi registrati i nuovi equilibri e verificati gli indirizzi di questa nuova maggioranza. Per questo il silenzio degli ultimi giorni. Dalla Roma si resta fiduciosi e consapevoli del proprio lavoro, e si è certi di come questo sia solo un momento passeggero. Certo è che non si potrà attendere all'infinito e che le prossime settimane dovranno portare qualche novità.
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